TRENTO – Anche la finanza, persino quella ai massimi livelli, non sempre prende delle decisioni dettate da meccanismi asettici e razionali ma opera trascinata anche da molle psicologiche non molto distanti da quelle dei comuni mortali simili, ad esempio, a quelle che possono portare le donne ad acquistare molte paia di scarpe senza necessità e allo stesso tempo governare il bilancio familiare in modo manageriale.
A spiegare questo paradosso è stato oggi Matteo Motterlini, ordinario di filosofia della scienza e di economia cognitica e neuroeconomia presso l'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano dove dirige il centro di ricerca in epistemologia sperimentale e applicata (Cresa) parlando al Festival dell'Economia nell'incontro all'incontro ''Liberi se informati''. Ha descritto il cervello umano come una realtà capace di operare come un filtro distorcente in base all'area che entra in funzione.
''Due messaggi come 'Alitalia vola' e 'bruciati decine di miliardi' attivano due aree distinte nel nostro cervello ma in nessuno dei due casi si tratta della parte più razionale – ha spiegato il professore di neuroeconomia -. Nel primo caso si pensa ai risparmi e lavorano i centri detti della ricompensa che condividiamo con rettili e mammiferi e che si attivano anche con aspetti legati al sesso, al cibo e alla cocaina; nel secondo caso invece il collegamento automatico va al rischio e di conseguenza lavorano i centri del disgusto, dell'ansia e della paura. Con risultati diametralmente opposti''.
Così anche le decisioni economiche – ha chiarito – dipendono non solo da un calcolo razionale basato sul guadagno di denaro, ma anche da emozioni ben più ''calde'' come l'invidia, l'orgoglio e la fiducia. Meccanismi che cominciano ad essere conosciuti attraverso la neuroeconomia''. Di qui l'invito ad utilizzare i risultati di tale disciplina per elaborare ambienti e proposte che consentano alle persone di fare le scelte migliori.
In questo senso è importante il modo di presentare le statistiche, non solo il dato assoluto. ''Se si propone ad un gruppo di persone di vincere cento euro scegliendo di pescare una pallina rossa in un'urna dove ve ne sono nove bianche oppure in un'altra urna con otto palline rosse mischiate a 92 bianche, la maggioranza sceglie la seconda malgrado la possibilità statistica di successo sia del 10% nel primo caso e scenda all'otto per cento nel secondo. Prevale così l'idea di avere un numero maggiore di palline colorate a disposizione, condizionando la scelta. Come dicono gli inglesi ''la conoscenza è potere, ma l'ignoranza è super potere'' – ha sottolineato Motterlini – perche l'asimmetria informativa genera controllo su chi ignora.
Perciò è importante non solo che le persone conoscano la statistica ma anche che imparino a ragionare statisticamente''.