VENEZIA, 21 MAR – Per il segretario della Cgia di Mestre, Giuseppe Bortolussi, nelle aziende con meno di 15 dipendenti ''non è prevista nessuna estensione delle disposizioni previste dall'articolo 18 in materia di licenziamenti discriminatori. Infatti, già con l'articolo 3 della legge n° 108, sin dal 1990 è stato stabilito che anche per le imprese con meno di 15 dipendenti il licenziamento discriminatorio è da ritenersi sempre nullo".
"Questa precisazione – rileva in un nota Bortolussi – si rende necessaria in quanto moltissimi media hanno sottolineato che le disposizioni introdotte dal Governo Monti in materia di licenziamenti discriminatori sarebbero state estese anche alle piccolissime imprese sotto i 15 dipendenti. Una precisazione che riteniamo necessaria per affermare che nelle nostre realtà produttive non vige la legge del più forte. Anzi, mai come in questo momento i dipendenti delle micro imprese sono visti come una risorsa insostituibile per uscire da questa situazione congiunturale così difficile".
Più in generale, ricorda la Cgia, se le aziende "interessate" dall'articolo 18 sono solo il 3%, quasi due lavoratori dipendenti su tre, invece, sono tutelati da questo provvedimento. Infatti, le aziende al di sopra dei 15 dipendenti sono solo il 3% del totale. Su poco più di 5.250.000 imprese presenti in Italia, solo 156.500 circa hanno più di 15 addetti. Per quanto riguarda i lavoratori dipendenti, invece, il 65,5% è tutelato dall'articolo 18. In pratica, su quasi 12 milioni di operai ed impiegati presenti in Italia, quasi 7.800.000 lavorano nelle imprese con più di 15 dipendenti: soglia oltre la quale si applica l'articolo 18.