Parco auto aziendali, stretta fiscale in manovra (Ansa)
ROMA – Sull’incremento delle tasse sulle auto aziendali si cambia ancora. La stretta – questo l’ultimo compromesso nella definizione della legge di bilancio – varrà solo sulle nuove immatricolazioni dei modelli più inquinanti.
Una volta esclusa la retroattività del provvedimento e circoscritto il perimetro di applicazione secondo criteri green, si riduce sensibilmente la platea dei contribuenti rispetto all’intero parco di auto concesse in uso ai dipendenti.
Non più, quindi, 2 milioni di auto come si è scritto, ma, come ricorda il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, le misure della manovra sulle auto aziendali riguardano solo 300.000 autovetture.
E “non sono una tassa, ma una rimodulazione di un sussidio pubblico fra i più alti nei Paesi Ocse”, ha aggiunto il ministro.
Un taglio alla detrazione fiscale, in pratica. Per cui, quelle più inquinanti e di nuova immatricolazione, invece di pagare l’Irpef sul 30% del valore commerciale dell’auto, la pagheranno sul valore intero. Perché l’auto concessa in uso ai dipendenti, essendo una fattispecie salariale, concorre a formare l’imponibile sul quale pagare le tasse.
Per cui è improprio dire “tassa del 30%”, ma bisognerebbe dire che diventa imponibile ai fini fiscali solo il 30% del valore dell’auto. Che poi, quel valore sarebbe il parametro del costo chilometrico delle tabelle Aci per una percorrenza di 15 mila chilometri annui. Così come erano improprie e scorrette le simulazioni che prevedevano aumenti fino al triplo delle tasse, equivocando tra imponibile e quanto effettivamente da versare. (fonti Ansa, Corriere della Sera)