ROMA – Se il mercato dell’auto è in crisi l’Unione europea punta alle vetture “low cost”. Il Sole 24 Ore scrive che il rilancio del settore potrebbe partire dai fondi Bei e dalla vendita di vetture a prezzi più bassi, che possano essere all’altezza dei portafogli svuotati dalla crisi.
Ma il problema non è certo risolto, spiega il Sole 24 Ore:
“La realtà è diversa, e finora le proposte low cost, a parte il caso Dacia, che ha dinamiche particolari, si sono rivelate un flop. Anche nei Paesi emergenti dove avrebbero dovuto fare sfracelli. Un esempio su tutti è la Tata Nano, la citycar da meno di 200 dollari, che annunciata nel 2008 come l’auto più economica del mondo, quella che avrebbe motorizzato l’India, un po’ come la Ford T negli Usa, il maggiolino Volk swagen in Germania e la 600 in Italia, in realtà non ha fatto presa, se non su pochi automobilisti indiani. All’inizio, complice un hype mediatico irragionevole, anche in Occidente, le aspettative erano alte e in India le prenotazioni fioccavano. Poi le vendite si sono attestate (e si attestano) a poche migliaia di unità. Ordini boom ma, quando si è trattato di saldare la vettura, molti han fatto retromarcia”.
Insomma quella dell‘auto low cost sembra una strada in salita e difficile da percorrere:
I motivi del fallimento: la Nano, costruita in povertà, con carrozzeria in plastica come una Trabant, è troppo piccola per una famiglia indiana. E la dotazione tecnica e di sicurezza è risicatissima (in Europa non potrebbe essere venduta). L’auto nei Paesi emergenti fa status e ad aver fatto flop è il marketing: nessuno vuole sentirsi povero e acquistare l’auto più economica. A inizio anno la Nano è stata sottoposta da Tata a un importante restyling per risollevarne le vendite, ma il trend negativo non è cambiato.
E se il futuro della Tata Nano era già incerto, le cose non miglioreranno dopo l’annuncio della Nissan, che per il 2013 propone la sua economica Datsun:
“L’amministratore delegato dell’alleanza Renault-Nissan Carlos Ghosn lo ha confermato in primavera dall’Indonesia: «Sarà il primo degli obiettivi su cui punterà la Casa giapponese a partire dal 2014, cui seguiranno Russia e India». Le vetture con il marchio Datsun si sono affacciate sul mercato nei primi anni 30, e sono state prodotte fino al 1981, quando la casa è stata inglobata dalla Nissan, raccogliendo anche qualche successo nelle competizioni di rally, che hanno preso sempre più piede negli anni 70. Voci insistenti confermano che la Datsun punterà anche sull’Africa tra tre o quattro anni”.
Ma il Sole 24 Ore avvisa:
“Non tutta l’offerta low cost odierna ha la stessa filosofia commerciale. Sono tutte auto a basso costo che ammiccano al cliente puntando senza complessi sulla convenienza o su un rapporto costo-grandezza-prestazioni quasi irriverente, ma che arrivano alla stessa conclusione dopo aver percorso strade diverse. Per produrre un’auto dal prezzo basso o dal value for money invidiabile le vie percorribili sono numerose. E ognuna pone diversi problemi da gestire, che siano di produzione, di immagine o commerciali. Non esistono risposte definitive, ma solo tentativi seguiti dai primi riscontri commerciali”.
La migliore proposta tra le auto low cost, sia in termini di caratteristiche tecnologiche che di marketing, secondo il Sole 24 Ore è la Dacia di Renault. Ma l’unico modo per capire chi avrà fatto la scelta giusta, sottolinea il Sole 24 Ore, sarà quella di aspettare. Scatta però una domanda più che lecita:
“Un’operazione difficile, perché da una parte apre nuove potenzialità ma, dall’altra, spalanca la porta a una riflessione: costruire e acquistare buone auto a prezzi bassi, allora, si può. E a quel punto cosa deciderà di fare l’acquirente. Sarà sempre disposto a spendere di più se potrà avere l’equivalente anche a molto meno?”