L’amministratore delegato della Fiat Sergio Marchionne ha risposto di essere «disponibile a fare tutto quello che è necessario per salvare la Chrysler» a chi gli chiedeva se volesse assumere l’incarico di ad della casa automobilistica americana.
«I titoli – ha detto Marchionne – a me importano fino a un certo punto, la cosa importante è fare quello che è necessario per risanare l’azienda».
A margine dell’assemblea UBS a Zurigo, Marchionne ha sottolineato che non chiederà una proroga alla scadenza del 30 aprile prossimo fissata dal Tesoro americano per la chiusura dell’accordo con Chrysler. «Non c’è una sola ragione per cui Fiat non possa chiudere entro il 30 aprile» ha detto.
In precedenza Marchionne aveva dichiarato in un’intervista al quotidiano canadese Globe and Mail che l’azienda italiana è pronta a rinunciare alla partnership con Chrysler se i sindacati americani e canadesi non accetteranno una sostanziale riduzione del costo del lavoro entro la fine del mese di aprile.
Secondo gli ultimi accordi annunciati a gennaio, Fiat dovrebbe acquisire il 20 % delle azioni Chrysler offrendo in cambio la tecnologia per produrre macchine più piccole e l’accesso ai mercati esteri.
Le due compagnie sono sotto pressione per concludere un accordo sui termini della partnership con i sindacati e gli azionisti, prima della data limite del 30 aprile fissata dal governo americano.
L’amministrazione Obama ha avvertito Chrysler che, se l’accordo con Fiat non andrà in porto, dovrà dichiarare bancarotta.
L’azienda di Detroit ha ricevuto finora 4 milioni di dollari di aiuti dal governo e, se verrà raggiunto un accordo, riceverà almeno altri 6 milioni. Per Fiat un’unione con Chrysler significherebbe accesso al mercato americano, necessario per superare la profonda crisi del settore auto.
Ma a causa degli scarsi progressi sul fronte delle trattative sindacali -in particolare in Canada– la partnership allo stato attuale ha il 50 % di possibilità di essere finalizzata, ha avvertito Marchionne.