ROMA – Sono servite le bisarche per arginare, dopo 15 mesi, il tracollo del settore auto. Dopo 15 mesi di cali a due cifre, il mercato dell’auto in Italia limita i danni ad un -4,9%, a fronte di 132.020 nuove immatricolazioni contro le 138.816 di un anno fa.
Nel primo trimestre, invece, le vendite tornano ad un calo del 12,97% a 354.931 unità. In questo scenario, Fiat Group Automobilies a marzo torna a vedere il segno più, segnando 37.957 nuove immatricolazioni, in crescita del 5,33% rispetto ad un anno fa. Su anche la quota che arriva al 28,75% contro il 25,96% di un anno fa. Numeri che pero’ non devono trarre in inganno perché sono dovuti al confronto con un marzo 2012 particolarmente debole a causa dello sciopero delle bisarche che un anno fa ha funestato il settore automotive in Italia, impedendo le consegne e quindi frenando fortemente le nuove immatricolazioni.
Anche i marchi del Gruppo Fiat erano stati ”particolarmente penalizzati dal prolungato fermo dei servizi di trasporto delle autovetture a mezzo bisarche”, sottolinea nella sua nota il Lingotto, che pero’ evidenzia pure come il livello di 38 mila immatricolazioni ”non si raggiungesse da giugno 2012”. Il Lingotto piazza Panda, Punto, Ypsilon e 500L (che risulta anche la ‘media’ piu’ venduta) ai primi quattro posti della top ten e a crescere e’ soprattutto il marchio Fiat che ha immatricolato a marzo oltre 28 mila vetture, il 13,8% in piu’ rispetto all’anno scorso, e ha aumentato la quota di 3,5 punti percentuali, attestandosi al 21,5%.
Oltre che dall’effetto bisarche il Centro Studi Promotor evidenzia come i dati del mese scorso siano stati favoriti anche dal ”confronto con un marzo 2012 che aveva avuto una giornata lavorativa in meno”. Quindi, ”proiettando il risultato degli ultimi sei mesi su base annua, si ottiene un volume di immatricolazioni 1.265.000 unita’, e se questo fosse il risultato a fine 2013 il quadro sarebbe catastrofico”. L’ipotesi che il mercato possa tornare a salire nella seconda meta’ del 2013 ”non appare quindi realistica”, almeno finchè non si stabilizza la situazione politica.
L’urgente necessità di ”un governo stabile che affronti i gravissimi problemi del Paese” è sottolineata anche da Jacques Bousquet, presidente dell’Unrae, l’Associazione delle case automobilistiche estere in Italia, a cui fa eco Federauto, l’associazione che riunisce i concessionari.
”In realtà – sottolinea il presidente Filippo Pavan Bernacchi – il -4,9% di marzo, se confermato come trend nei prossimi mesi, vedrebbe realizzarsi un mercato attorno a 1.300.000 vetture, ovvero il 35% in meno dei 2 milioni di pezzi considerati come il livello minimo per la sopravvivenza della filiera automotive italiana”. E per Pavan Bernacchi ”il primo danneggiato e’ proprio lo Stato, che oltre a perdere circa 3 miliardi tra Iva e tasse varie deve anche sborsare milioni di euro per sostenere centinaia di migliaia di lavoratori in cassa integrazione”. L’Anfia rileva che a marzo ”hanno spinto al rialzo delle immatricolazioni anche le promozioni avviate dalle Case automobilistiche ad estensione e in concomitanza con gli incentivi statali per i veicoli a basse emissioni entrati in vigore il 14 del mese”.
