ROMA – Sempre in calo, ma un po’ meno. Il mercato dell’auto in Italia a ottobre conferma il rosso ma almeno la caduta rallenta. Secondo i dati diffusi dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, le nuove immatricolazioni sono scese del 12,39% attestandosi a 116.875 unità contro le 133.411 di un anno fa.
A settembre il calo era stato del -25,74%. Quella di ottobre, in ogni caso, è la undicesima flessione consecutiva a doppia cifra. Ma c’è una novità che salta all’occhio dai dati diffusi dal ministero dei Trasporti: la caduta sembra infatti rallentare e il mese scorso le immatricolazioni sono scese rispetto ad un anno fa ‘solo’ del 12,39%, attestandosi a 116.875 unità . Un piccolo passo avanti dopo i forti cali di luglio (-21,4%), agosto (-20,2%) e settembre (-25,7%), che sembra confermato anche dal progresso delle vendite dell’usato ad ottobre (+8,22% a fronte di 407.005 trasferimenti), mentre a settembre era sceso del 17,65%.
Questi flebili segnali di miglioramento si inseriscono ”in uno scenario ancora fortemente negativo”, mette in guardia in una nota Fiat, che parla di un mercato con il ”peggior risultato ottenuto in ottobre dal 1977, quando le immatricolazioni furono 93 mila”. Comunque il Lingotto ottiene ”un risultato leggermente migliore rispetto a quello del mercato”, limitando la flessione delle vendite al 10,32% ed a 34.051 vetture immatricolate. A settembre il calo per il Lingotto era stato del 24,23%.
In crescita dello 0,7%, invece, la quota di ottobre di Fiat Group Automobiles, che passa dal 28,46% di un anno fa al 29,14%. Fiat Panda e Punto si confermano le auto più vendute in Italia e tra le top ten ci sono anche Fiat 500, Ypsilon e Giulietta. Tra gli osservatori il più ottimista e’ il centro studi Promotor GL che evidenzia come la frenata di otto punti percentuali nella contrazione delle immatricolazioni, dal -25,7% di settembre al -12,4% di ottobre, sia ”una notizia positiva”, cui si aggiunge ”all’arresto a luglio della caduta del clima di fiducia di imprese e consumatori innescata a meta’ dell’estate 2011 dai timori per un default finanziario dell’Italia”.
Più scettico il presidente di Federauto Filippo Pavan Bernacchi che nella frenata di ottobre vede ”solo un ricorso massiccio alle vendite di vetture a chilometri zero”. ”A leggere questi dati – aggiunge – viene da pensare che i Maya, quando avevano previsto la fine del mondo, si riferissero in realtà al mondo italiano degli autoveicoli”. In linea con il numero uno dei concessionari anche il presidente dell’Unrae Jacques Bousquet per cui ”il governo non ha saputo, potuto o voluto intervenire. E con l’avvicinarsi dell’inevitabile vuoto legislativo che precede le elezioni, è difficile prevedere a breve un’inversione di tendenza. In media chiude una concessionaria al giorno. Saranno 350 alla fine dell’anno, con 150 nuovi disoccupati alla settimana solo dal sistema distributivo, ma, in rapporto alle altre aree di crisi del Paese, sono numeri che non fanno rumore perché non concentrati in un’unica area, come Termini Imerese, Taranto o Portovesme”.
