
ROMA – Le nostre banche sono diventate leggere, valgono sempre meno in Borsa e, con questi valori, รจ piรน facile che diventino prede d’acquisto dall’estero. Piรน sono “sgonfie” e piรน sono appetibili, anche se il mercato mondiale รจ quasi immobile e la liquiditร รจ scarsa.
Attualmente Unicredit vale un sesto della Santander e un terzo di Barclays a distanza di soli 3 anni quando la situazione era molto diversa. Ubs per esempio vale il doppio della nostra Intesa Sanpaolo, Hsbc sei volte di piรน e Ubi e Mps sono a un decimo del valore di Deutsche Bank.
Nella classifica europea i nostri istituti di credito non se la passano bene e l’esempio di Unicredit mostra come i big siano diventati piccoli: Piazza Cordusio stando ai mercati di Borsa vale 8 miliardi e si piazza tra il 23esimo e il 24esimo posto nel Vecchio Continente. Nel 2007 era a quota 69 miliardi.
“La banca oggi guidata da Federico Ghizzoni รจ stata per diversi motivi presa di mira da vendite speculative, tecniche e anche motivate da qualche malumore degli azionisti-fondazioni che in passato hanno incassato molto in termini di dividendi ma poi hanno dovuto mettere mano ai portafogli piรน di una volta per ricapitalizzare il gruppo. Perรฒ il caso Unicredit, pur piรน ยซdrammaticoยป in questi ultimi giorni, si inserisce in un destino comune. Restando in Italia, Intesa Sanpaolo, banca che ha proceduto l’anno scorso a ricapitalizzare per 5 miliardi, oggi ne vale in Borsa 18, e prima della crisi subprime 65. Ciรฒ significa che la somma dei due istituti che si sono uniti all’inizio del 2007 vale attualmente la metร di quanto quotava il piรน grande dei partecipanti alle nozze, cioรจ Intesa che nei mesi precedenti all’operazione capitalizzava 34-35 miliardi”, spiega Stefano Bocconi sul Corriere della Sera.
