
Banche. La grande fuga dei depositi da Mps e le popolari venete: 65 mld
ROMA – Banche. La grande fuga dei depositi da Mps e le popolari venete: 65 mld. Tecnicamente, quando i risparmiatori assediano gli sportelli per chiudere i conti correnti e ritirate i depositi, si chiama “banking run”. I clienti scappano cioè da banche che giudicano poco sicure, una grande fuga che è anche il metro di giudizio per misurarne l’affidabilità: un indicatore spietato che puntualmente ha registrato il collasso di Mps, Popolare Vicenza e Veneto Banca.
65 miliardi di euro, infatti, vale l’emorragia dai tre istituti di credito finiti nella tempesta. Nel 2015, per esempio, la raccolta diretta della banca di Siena ammontava a 119 miliardi, l’anno successivo a 104: non una sorpresa, spiega Fabio Pavesi sul Sole 24 Ore, che sottolinea una tendenza storica che procede dal 2010. Per le due popolari i dati si fermano al giugno 2016, ma la solfa non cambia: 7 miliardi e mezzo per la Popolare di Vicenza persi dal giugno 2015, 2,4 mld per Veneto Banca, il 10% della raccolta.
Dal 2010 infatti la raccolta di denaro presso la clientela è scesa di ben 50 miliardi. Un’ecatombe: oltre un terzo del finanziamento dei clienti è andato perduto. Un numero che non ha eguali tra le altre big bancarie del Paese. E in fondo quella fuga dalla banca più antica del mondo è più che giustificata dai morsi di una crisi mai risolta e che ha visto invece intensificarsi la sua drammaticità. Il monte delle sofferenze e dei crediti malati è andato crescendo senza sosta fino a valere oltre il 30% del portafoglio. Un valore che ha assegnato in tutti questi anni il triste primato di banca più rischiosa del Paese. Quel cumulo di crediti malati hanno significato incamerare perdite per la loro svalutazione per ben 17 miliardi dal 2010 al 2015. (Fabio Pavesi, Il Sole 24 Ore)