Banda larga e tariffe: Telecom e operatori concorrenti dal sottosegretario Romani

“E’ solo una riunione tecnica” minimizza il responsabile technology & operation di Telecom Italia, Oscar Cicchetti. Ma la riunione convocata il 17 settembre, presso il Ministero dello Sviluppo economico, dal sottosegretario Paolo Romani, è una tappa importante per il destino delle telecomunicazioni italiane. Oggetto della discussione è l’avvio su larga scala delle reti di nuova generazione, NGN. Al tavolo partecipano i responsabili delle reti dei vari operatori telefonici e acquista una rilevanza particolare in seguito allo strappo avvenuto all’interno del comitato Ngn i cui lavori sono stati abbandonati dagli operatori alternativi a Telecom Italia.

Solo pochi giorni fa infatti l’Agcom (Autorità garante per le telecomunicazioni) ha modificato le tariffe dell’unbundling, del bitstream e del wholesale line rental: una serie di servizi che in pratica rappresentano il modo in cui operatori alternativi come Wind, Vodafone o Fastweb si collegano alla rete di Telecom Italia. Per essere più chiari: l’unbundling è quello che conosciamo come “liberalizzazione dell’ultimo miglio”: è il sistema che ha consentito ai nuovi operatori di gestire solo i cavi che collegano le centraline Telecom con il cliente finale e che consente loro di emettere bollette proprie.

Queste tariffe sono dunque essenziali per la gestione del pluralismo del sistema delle telecomunicazioni italiane e per i margini economici dei vari operatori. Fino a ieri era previsto che per il 2010 gli operatori alternativi pagassero un canone di 8,7 euro al mese per utente dal primo maggio di quest’anno e che dal primo gennaio dell’anno prossimo il canone salisse a 9,26 euro per poi passare a 9,67 dall’inizio del 2012.

Le nuove norme Ue hanno però proposto dei nuovi sistemi di calcolo delle tariffe che sono diventate meno onerose per gli operatori alternativi, almeno in prospettiva: nel 2010 si rimane a quota 8,7 euro per poi passare a 9,14 (invece che a 9,26) e a 9,48 euro nel 2012.

Secondo i concorrenti di Telecom, le nuove tariffe decise dall’Autorità italiana, che prevedono al termine del biennio costi di manutenzione per 2,25 euro e costi amministrativi commerciali per 0,68 euro, sforerebbero i 9,67 euro complessivi previsti a partire dal 2012. L’Autorità ha deciso di vincolare l’applicazione delle nuove tariffe al miglioramento della qualità della rete in rame di Telecom Italia (attraverso maggiori investimenti da parte dell’azienda) e all’ammodernamento della rete di accesso nell’ottica delle reti di nuova generazione (NGN).  E’ facile però prevedere che ancora molte  divergenze fra i vari operatori rallenteranno lo sviluppo della rete di nuova generazione in Italia.

La partita è dunque difficile, in gioco c’è la definizione del contesto entro cui agiranno gli attori del business più importante del prossimo futuro. In ballo ci sono i miliardi di investimenti per la banda larga, che dovrà sostituire l’attuale rete in rame che fornisce l’Adsl (connessione veloce a Internet) a tutto il paese. Telecom farà la parte del leone, assicurando però i maggiori investimenti. Il punto è garantire la concorrenza e il pluralismo. E non è difficile prevedere una lotta senza quartiere per il controllo di Telecom.

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Warsamé Dini Casali