La crisi economica c’รจ, i poveri sono tanti ma la propensione degli italiani al risparmio aiuta. E fa sรฌ che l’Italia sia meglio piazzata nella classifica dei Paesi in difficoltร . Senza stipendio bastano tre mesi ad un italiano su tre per scivolare sotto la soglia di povertร , bruciando i propri risparmi. Ma sempre meglio di quello che capita da altre parti. Se, infatti, solo il 32% degli italiani che perdono il lavoro diventa povero nel giro di tre mesi, in Germania la stessa condizione tocca al 50% della popolazione.
A fare i conti in tasca agli italiani alle prese con la crisi internazionale รจ uno studio della Banca d’Italia secondo il quale se si trovasse improvvisamente senza redditi, e dovesse ‘andare avanti’ solo con la ricchezza finanziaria accumulata, il 32% degli italiani non avrebbe risorse sufficienti per reggere piรน di un trimestre. Una percentuale comunque molto inferiore a quella di altri Paesi: in Germania diventerebbe ‘povero’ in tre mesi il 52,3% dei cittadini; in Canada addirittura il 56,5%. L’Italia vanta infatti la ‘tenuta’ migliore tra tutti i paesi considerati nello studio (Canada, Finlandia, Germania, Italia, Norvegia, Regno Unito, Svezia e Stati Uniti) di fronte alle possibili difficoltร della vita, grazie soprattutto al ยซmaggior risparmio a fini precauzionaliยป.
Lo studio di Bankitalia che contiene questa sorta di “clessidra della povertร ” affronta il tema di come misurare dal punto di vista economico e statistico l’indigenza e le situazioni di crisi. Il reddito annuo non basta, infatti, come indicatore per valutare lo stato di povertร : secondo il ‘working paper’ (che non rappresenta la ‘visione ufficiale’ di Palazzo Koch sul tema ma uno solo uno stimolo alla discussione) oltre alle entrate le famiglie possono contare anche sui propri beni, come la casa o le risorse finanziarie. I tradizionali misuratori della povertร si basano solo sull’individuazione di una soglia di reddito minimo.
Considerando invece altri indicatori piรน complessi, che appunto mettono in campo oltre al reddito anche le ricchezze accumulate da singoli o famiglie, la quota di povertร potenziale nei principali Paesi industrializzati aumenta molto: ยซl’incidenza della povertร quando si guardi esclusivamente alla ricchezza netta totale risulta maggiore di 2-3 volte rispetto agli indicatori basati solo sul redditoยป, si legge nella sintesi che accompagna lo studio di Bankitalia. Insomma, nei paesi industrializzati esiste ยซun’ampia fascia di persone che pur avendo redditi superiori alla soglia di povertร sono vulnerabili al verificarsi di eventi negativiยป.
Non ancora poveri secondo i criteri della statistica ufficiale, ma di sicuro a rischio. Un rischio che perรฒ รจ meno forte nel BelPaese: l’Italia รจ infatti ยซil Paese in cui questa fascia risulta piรน limitata: ciรฒ potrebbe riflettere – si sottolinea nel documento – un maggior risparmio ai fini precauzionali, connesso anche con la limitatezza degli strumenti di sostegno per le persone in difficoltร ยป. Dunque l’incidenza della povertร in Italia ยซtende a ridursi di molto per effetto del livello elevato della ricchezza detenuta dalle famiglie del nostro Paeseยป. Senza contare l’alta propensione degli italiani a vivere in case di proprietร : ยซl’abitazione – spiega ancora il working paper – rappresenta la componente principale del patrimonio delle famiglie meno abbientiยป.