ROMA – Dopo la Corte dei Conti il monito arriva anche dalla Banca d’Italia. Per ritrovare la crescita dell’economia italiana, che “è l’obiettivo principale”, ”bisognerà trovare il modo di ridurre la pressione fiscale” su lavoratori e imprese. E’ quanto afferma il vice direttore generale Salvatore Rossi in audizione alla Camera, secondo cui l’elevata pressione mette a repentaglio la crescita.
Rossi, rispondendo alle domande di alcuni parlamentari ha ricordato come ”la pressione fiscale sia molto alta in Italia sia nel confronto storico che internazionale”, è una ”situazione che mette a repentaglio il rilancio della crescita che rappresenta l’obiettivo principale che noi dobbiamo porci”. Per Rossi, infatti, si tratta ”dell’obiettivo nazionale interrompere un lungo periodo crescita bassa e stagnazione”. ”E’ indubbio – ribadisce – che per cogliere l’obiettivo bisognerà trovare il modo di ridurre la pressione fiscale, e in modo particolare le aliquote legali” su lavoratori e imprese.
La lotta all’evasione e la razionalizzazione della spesa, rileva Rossi, “potranno consentire nel medio termine di ridurre le elevate aliquote di prelievo sul lavoro le attività di imprese” sostenendo così l’economia. Il vice direttore di Bankitalia spiega come grazie ai risparmi nella razionalizzazione della spesa si potrebbe ridurre la pressione fiscale di ”oltre tre punti nel periodo 2014-2016” riportandosi al 42%, appena sotto il livello del 2010.
Secondo Rossi poi, il forte aumento della pressione fiscale, che si prevede possa superare il 45%, “deve essere temporaneo”. Reperire risorse attraverso la spending rewiev, osserva ancora il vicedirettore generale di Bankitalia, e una migliore gestione del patrimonio pubblico consentiranno di ”avvicinarsi maggiormente al pareggio di bilancio nel 2013”. E aggiunge che ”segnali importanti per i cittadini verrebbero da una minore complessità e dal contenimento del costo delle istituzioni pubbliche”. Rossi rileva inoltre che ”i rischi connessi con il perdurare delle tensioni sui mercati del debito sovrano restano elevati”.
E precisa: ”Il contenimento della spesa non deve compromettere la qualià dei servizi pubblici offerti ai cittadini: una sistematica rivisitazione dell’intervento pubblico rappresenta anzi l’occasione per migliorarla. Segnali importanti per i cittadini verrebbero da una minore complessita’ e dal contenimento del costo delle istituzioni pubbliche”.
Le simulazioni della Banca d’Italia dimostrano che il debito scenderà senza manovre aggiuntive anche con un peggioramento della situazione legata ai titoli di stato e con un crescita più bassa. Il rapporto tra il debito e il Pil, secondo le simulazioni di palazzo Koch, infatti, ”scenderebbe comunque nel 2013, senza necessità di misure aggiuntive, anche qualora i tassi all’emissione sui titoli di Stato fossero da subito più alti di un punto rispetto al quadro del Governo e la crescita del prodotto fosse più bassa di mezzo punto (ossia pari a -1,7% nel 2012 e a 0 nel 2013)”.
I ”rischi connessi con il perdurare delle tensioni sui mercati del debito sovrano restano elevati” e per questo ”richiedono di perseverare nelle politiche di risanamento dei conti pubblici, di avanzare nelle riforme a sostegno della crescita e di contribuire al rafforzamento degli strumenti per la stabilita’ finanziaria”. ”Secondo il Def – ha sottolineato Rossi – i conti pubblici nei prossimi anni soddisferanno senza ulteriori interventi correttivi le regole di bilancio concordate a livello europeo”.
Ma, ammette, ci potrebbe essere un ”anticipo della ripresa alla fine di quest’anno” a determinate condizioni. Rossi ha elencato le condizioni: ”Se cesseranno le preoccupazioni dei mercati sulla credibilità delle politiche di risanamento fiscale e di rilancio della crescita, sull’efficacia della governance europea, con un deciso effetto di riattivazione del credito e della fiducia degli investitori”.