ROMA – ”Sarebbe necessaria una riflessione sull’opportunità di reintrodurre l’abitazione principale fra gli immobili soggetti a imposta, in particolare l’Ici”: la Banca d’Italia, per bocca del capo della ricerca economica Daniele Franco, richiama il governo su quello che era stato uno dei suoi cavalli di battaglia, cioè l’Imposta comunale sugli immobili sulla prima casa.
”L’esenzione dell’Ici dalle abitazione principali, ha detto Franco in audizione al Senato, costituisce nel confronto internazionale un’anomalia del nostro ordinamento tributario ed espone al rischio di trasferire una parte rilevante dell’onere dell’imposta su esercizi commerciali e studi professionali o sui proprietari di seconde case”.
Dopo l’Irpef, ora potrebbe essere l’Ici, abolita per la gran parte dei contribuenti dal governo di Romano Prodi, ed estesa qualche tempo dopo da quello di Silvio Berlusconi, a ritornare in auge. Proprio nel giorno in cui lo stesso Berlusconi, nel suo discorso alla Camera, aveva detto che avrebbe eliminato alcune tasse.
Secondo il programma del governo Berlusconi, tuttora pubblicato online, è scritto che “Tremonti ha assicurato che i Comuni ‘saranno integralmente rimborsati. Verrà costituito un fondo presso il ministero dell’Interno e gli enti locali si divideranno le risorse’.”
“Come per il precedente taglio dell’Ici dunque, anche il completo azzeramento dell’Imposta Comunale sugli Immobili, tassa locale che serve a finanziare le casse dei Comuni, non graverà sui bilanci di quest’ultimi che beneficeranno di trasferimenti compensativi da parte dell’Erario dello Stato. Dopo 16 anni dunque scompare l’Imposta comunale sugli immobili relativamente alla prima casa e alle sue pertinenze”.