ROMA – Basta con le agenzie di rating che fanno il buono e il cattivo tempo sui mercati e possono decidere la sorte delle nazioni. Basta con i privati che non si “accorgono” del crac Lehmann e poi, nel tentativo di ricostruirsi la verginità, declassano l’Italia portandola a due gradini dalla spazzatura.
L’Italia, al G20, ha intenzione di alzare il tiro e provare a “pensionare” le varie Moody’s, Standard & Poor’s e Fitch. I colossi del rating, tutti privati, tutti Made in Usa, tutti molto severi quando si tratta di dare “voti” all’Europa in difficoltà. Al posto delle agenzie di rating un nuovo sistema gestito direttamente dall’Ocse e dalla Banca dei Regolamenti internazionali.
Proposta, quella dell’Italia, ancora da formulare nei dettagli. Comunque proposta ambiziosa e praticamente impossibile da avanzare se il governo Letta dovesse vivere sotto costante minaccia della crisi. Sta di fato che l’Italia ci pensa. Se non ci fosse la crisi sarebbe un momento ottimale: la situazione sui mercati relativamente tranquilla, lo spread tutto sommato sotto controllo.
C’è un però: il debito pubblico che continua a salire. E che potrebbe portare a nuovi tagli del rating italiano. A quel punto la richiesta di aiuti sarebbe inevitabile e se l’Italia si presentasse in crisi di governo, la situazione sarebbe catastrofica.
Scrive Federico Fubini su Repubblica:
Non sarà semplice, anche ammesso che l’esecutivo sopravviva al terremoto di queste ore. Molti nelle istituzioni si sono convinti che S&P o Moody’s, declassando in serie i paesi in recessione e con debiti crescenti, cerchino di ricostruire una credibilità incrinatasi quando le agenzie chiusero gli occhi sulla bolla subprime o sul crac di Lehman Brothers. Esiste però anche un altro risvolto: il fattore tempo sta diventando importante, perché nuovi tagli al giudizio sul debito italiano possono diventare l’innesco di una richiesta d’aiuto del governo a Bruxelles, a Francoforte o al Fmi.