ROMA – “Dove troverete i 40 miliardi che servono per pareggiare il bilancio?”: è la domanda che la Banca Centrale Europea fa a Roma. Bruxelles vuole capire come si troveranno i soldi per il programma di stabilità italiano, che punta al pareggio di bilancio entro il 2014. ”Vanno ancora specificati per il periodo 2013-2014 ulteriori interventi per un importo cumulato pari circa al 2,3% del Pil”, scrive la Bce nel suo bollettino mensile.
Nel documento la Bce, passando in rassegna i programmi di stabilità dei Paesi dell’euro, rileva che ”in molti casi i piani non sono del tutto convincenti”, anche perche’ ”l’evoluzione del risanamento presentata nella maggior parte dei programmi non trova sufficiente riscontro in misure concrete, soprattutto dopo il 2011”. Anche per la Spagna la Bce nota che ”le riduzioni di spesa programmate devono ancora essere specificate nel dettaglio.
L’andamento dell’inflazione presenta ”rischi verso l’alto” per la stabilità dei prezzi. E, di conseguenza, la Banca centrale europea ritiene ”necessario tenere un atteggiamento molto vigile” e si tiene pronta a intervenire ”con fermezza e tempestività”. Questa formula in passato ha quasi sempre anticipato un rialzo dei tassi il mese successivo.
Le statistiche più recenti per l’area euro, ha comunicato ancora la Banca centrale, ”segnalano per il secondo trimestre il procedere dell’espansione dell’attività economica, ancorché a un ritmo più moderato”. La stima – dopo un’espansione congiunturale dello 0,8% nel primo trimestre – appare nel bollettino mensile della Banca centrale europea, secondo cui ”questo rallentamento rispecchia il fatto che la vigorosa crescita del primo trimestre è in parte dovuta a fattori straordinari”
Negli ultimi tre mesi i premi di rendimento decennali ”si sono notevolmente ampliati” per Grecia, Irlanda e Portogallo”. E ”anche le tensioni nei mercati del debito sovrano di Belgio, Italia e Spagna si sono riflesse in questo periodo nelle oscillazioni relativamente ampie dei differenziali con i titoli tedeschi”.
La Banca centrale europea conferma la revisione al rialzo delle stime interne relative alla crescita economica e all’inflazione nell’area euro per il 2011. Le nuove ‘staff projections’, riportate nel bollettino mensile, prevedono una crescita nell’area euro compresa fra 1,5% e 2,3% quest’anno, e fra 0,6% e 2,8% il prossimo. Le stime fornite tre mesi fa indicavano una crescita fra 1,3% e 2,1% per il 2011 e fra 0,8% e 2,8% per il 2012. Quanto all’inflazione, quest’anno dovrebbe attestarsi fra 2,5% e 2,7%, e fra 1,1% e 2,3% il prossimo. Le stime fornite tre mesi fa indicavano un tasso fra 2% e 2,6% per il 2011 e fra 1% e 2,4% per il 2012.
Intanto oggi lo spread dei titoli di stato italiani – ovvero il premio di rendimento che i Btp italiani pagano rispetto ai bund decennali tedeschi – è volato a oltre 200 punti base, segnando i massimi dallo scorso gennaio. Lo ‘spread’ decennale viaggia a livelli record per la Spagna (a 280 punti). Tensioni alle stelle anche per Grecia (1.495), epicentro della crisi, Portogallo (790) e Irlanda (862).