Al via il protocollo tra ministero dello Sviluppo economico, petrolieri e gestori sulla riforma del sistema di distribuzione dei carburanti. Tra i primi punti dell’intesa l’introduzione del prezzo settimanale e il raddoppio delle pompe self service.
Il protocollo prevede infatti la fissazione di un prezzo massimo che durerà per una settimana e che le compagnie, una volta fissato, potranno solo diminuire e non aumentare.
Le misure sono state illustrate dal sottosegretario allo Sviluppo economico, Stefano Saglia, che ha sottolineato come questi due punti saranno realizzati subito nel giro di un anno e che saranno adottati attraversi “atti amministrativi e legislativi. Se non ci saranno altri strumenti – ha aggiunto Saglia – il veicolo sarà la legge sulla concorrenza di giugno»
Cala invece leggermente lo “stacco”, ovvero la differenza tra il prezzo della benzina in Italia e negli altri Paesi europei, anche se la “verde” italiana resta tra le più care d’Europa. E’ quanto risulta dall’ultima rilevazione della Commissione Ue, aggiornata al 19 aprile.
La differenza tra il prezzo industriale medio dei carburanti in Italia e quello europeo si attesta – rileva la Ue – attorno a 3,5 centesimi. In Italia, secondo i dati della Commissione, il prezzo industriale medio della benzina al netto delle imposte è pari infatti a 0,596 euro al litro, contro una media nei Paesi dell’Ue a 16 di 0,561 euro al litro.
Anche al netto delle imposte, però, l’Italia si colloca al secondo posto nella classifica della benzina più cara, superata solo dalla Danimarca. Va meglio per il gasolio: il prezzo medio industriale italiano si attesta a 0,596 euro al litro contro una media Ue-16 di 0,571 euro: in questo caso lo ‘stacco’ cala di più, attestandosi a quota 2,5 cent.