Per il membro italiano del consiglio esecutivo della Bce, Lorenzo Bini Smaghi, occorre modificare il patto di stabilità europeo: ”Il limite del 3% va abbassato. I bilanci devono tendere al pareggio”. Secondo Bini Smaghi, infatti, ”occorre rendersi conto che il mondo è cambiato; era già cambiato prima della crisi. Il limite al deficit pubblico stabilito dal Trattato di Maastricht, 3% del prodotto lordo, era calibrato su una crescita economica media del 3% annuo. Nella prospettiva dei prossimi anni l’area euro può realizzare una crescita di circa la meta”’.
Intervistato dalla Stampa, Bini Smaghi offre rassicurazioni sull’euro. ”Non è mai stato in pericolo. Quelli che gli hanno scommesso contro se ne stanno accorgendo a loro spese: stanno perdendo un sacco di soldi”, afferma. ”Il problema erano le politiche economiche di alcuni paesi, i loro comportamenti non erano in linea con la partecipazione alla moneta unica”.
L’economista non vede un rischio di eccesso di austerità. ”La stretta sui bilanci pubblici europei comincera’ nel 2011. Non mi pare che ci sia nulla di eccessivo in questo. Calcolare quanto le misure di austerita’ freneranno la ripresa, – osserva – e’ un esercizio che ha molti limiti. Si dovrebbe considerare sul serio che cosa sarebbe successo se queste misure non fossero state prese”.
Quanto alle banche, ”la Bce si e’ battuta perche’ i governi pubblicassero, come sara’ fatto il 23 luglio, gli stress test. E’ chiaro che le banche potenzialmente fragili dovranno ricapitalizzarsi”. Bini Smaghi interviene anche sui timori della Germania. ”Nemmeno in futuro sarà accettabile che un paese paghi i debiti di un altro paese, l’unione monetaria non è questo”, sottolinea. ”Pero’ dobbiamo essere pronti ad aiuti temporanei, che servono a rimettere in piedi un paese in difficoltà. E in futuro dovremo avere regole il più possibile automatiche che consentano di bloccare le politiche devianti. Per questo – spiega – la Bce propone di rafforzare le proposte del presidente della Ue Herman Van Rompuy per modificare il Patto di stabilita”’.