Lloyd Blankfein si tiene ben stretta la poltrona di amministratore delegato di Goldman Sachs. Non pago di essere stato protagonista della bufera della società, accusata dal governo Usa di frode legata alle operazioni sui mutui, incassa la conferma al timone e incita i suoi a rinnovare Goldman, reputazione compresa.
«È chiaro che la società deve rinnovare i principi che l’hanno sostenuta per 141 anni», ha detto Blankfein aprendo i lavori dell’assemblea annuale. Poi annuncia la creazione di una commissione interna per fare fronte alle recenti grane dell’istituto con la giustizia, esortando e impegnandosi in prima persona a un «rigoroso esame».
Secondo le accuse Sec (la Consob americana), Goldman sapeva dell’arrivo della crisi dei mutui e ha piazzato titoli “nocivi” ai clienti per azzerare le perdite. Inoltre ciò che ha ha fatto infuriare l’America è che la banca ha chiesto e ottenuto aiuti dal governo, quando invece accresceva la sua ricchezza.
«La reputazione di Goldman è stata colpita ma resta abbastanza buona e alta», ha aggiunto Blankfein, dicendosi «impressionato» dalla lealtà dimostrata dai clienti verso l’istituto.
«Le ultime settimane sono state difficili. Sono state sollevate domande e dubbi intorno a un valore fondamentale per la società, ovvero come trattiamo i nostri clienti», ha proseguito. «Comprendiamo che c’è un’incoerenza fra come noi in quanto società ci vediamo e percepiamo e come il pubblico percepisce il nostro ruolo e le nostre attività di mercato. E per risolvere questa incoerenza abbiamo bisogno di un rigoroso esame. Non intendo lasciare lunedì».
I legali di Goldman, secondo quanto scrive il Wall Street Journal, stanno provando ad ottenere un accordo con la Sec per cancellare i problemi e chiudere la partita, tanto che avrebbero anche incontrato alcuni rappresentanti.
Blankfein, però, si è tenuto ben alla larga dal commentare l’azione civile avviata dalla Sec, Gary Cohn, chief operating officer di Goldman, tantomeno un possibile accordo con la Sec. Poi si è lasciato scappare: «Qualcosa accadrà».