Lo slancio economico della Cina che tanto spaventa il Vecchio Continente e che sfida sempre più da vicino il primato statunitense, dà, però, una mano ai consumatori: almeno in Italia il ‘made in China’ è un vero e proprio freno alla corsa dei prezzi, a quanto riferisce l’Ansa.
A certificarlo è uno studio di tre economisti della Banca d’Italia, che sottolinea come negli ultimi anni l’aumento delle importazioni dal colosso asiatico abbia determinato un raffreddamento dei prezzi di circa mezzo punto percentuale all’anno. La Penisola è uno dei Paesi più esposti all’aggressività dell’import proveniente da Pechino.
Infatti, come ricorda Via Nazionale, il boom di beni manufatti Made in China, la cui quota é quadruplicata dal 1990 a oggi, ha avuto ripercussioni “rilevanti per l’industria italiana”, proprio perché le sue punte di diamante, il tessile, l’abbigliamento le calzature e i mobili sono settori “particolarmente esposti alla concorrenza cinese”.
Nel paper messo a punto da Matteo Bugamelli, Silvia Fabiani e Enrico Sette, intitolato “L’effetto pro-competitivo delle importazioni dalla Cina” (elaborato in base alle informazioni contenute nell’indagine di Via Nazionale sulle imprese manifatturiere per il periodo 1990-2006 ), si stima “che l’aumento della quota delle importazioni cinesi sul totale di quelle italiane, pari in media al 15% all’anno tra il 2000 e il 2005, avrebbe determinato una riduzione di quasi mezzo punto percentuale del tasso di crescita medio annuo dei prezzi praticati dalle imprese”.
Infatti, laddove Pechino ha visto crescere la sua fetta di mercato oltre il 10%, gli economisti di Palazzo Koch hanno registrato una riduzione dei rincari di 0,3-0,35 punti percentuali all’anno, quando il tasso medio annuo d’inflazione si è attestato al 2,0%. “La dimensione dell’impatto non è trascurabile”, sottolinea, quindi, lo studio.
In particolare, l’effetto sconto sarebbe stato più “forte”, precisa l’indagine, per i comparti meno avanzati tecnologicamente, nei quali tutta la concorrenza si gioca intorno ai listini. E’, così, facile capire come le imprese più piccole con scarse risorse per reagire attraverso uno scatto qualitativo o innovazione tecnologica, finiscano per contenere i prezzi. Per la gioia dei consumatori, che comprano a saldo, e il timore degli imprenditori, perché di pari passo con i prezzi scendono anche i profitti.
