Martedi’ nero per le Borse europee che hanno bruciato circa 145 miliardi di capitalizzazione (Stoxx 600 in calo del 3%). A mandare al tappeto i listini del Vecchio Continente hanno contribuito le forti vendite sul comparto bancario e il cattivo andamento di Wall Street. A trainare il settore in Europa l’avvicinarsi della scadenza-chiave di giovedì, quando terminerà il programma di prestiti a un anno della Bce. Chiusura pesante per Madrid (-5,45%) e Milano (-4,44%), le peggiori a livello continentale dietro a Parigi (-4,01%), Francoforte (-3,33%) e Londra (-3,1%). Sorprendente invece il risultato di Atene (-1,21%), migliore delle varie consorelle. Le vendite hanno interessato soprattutto auto, banche e materie prime. Sotto pressione Peugeot (-5,99%), Fiat (-5,92%) e Renault (-5,55%), mentre in campo bancario hanno segnato il passo Credit Agricole (-7,94%), Intesa Sanpaolo (-7,76%) e Bbva (-7,24%). Giu’ anche Bnp (-6,92%) e Santander (-6,79%), calo limitato invece per le elleniche Piraeus (-1,18%) e Alpha Bank (-0,97%).
Sotto pressione gli estrattivo-minerari Rio Tinto (-6,39%), ArcelorMittal (-6,31%) e Xstrata (-6,07%), frenate dalle previsioni sulla crescita economica cinese, che in aprile ha rallentato il passo segnando un +0,3%. Di seguito, gli indici dei titoli guida delle principali borse europee. – Londra -3,10% – Parigi -4,01% – Francoforte -3,33% – Madrid -5,45% – Milano -4,44% – Amsterdam -3,46% – Stoccolma -3,12% – Zurigo -2,64%.
Piazza Affari si piega sotto un’improvvisa ondata di vendite. Il Ftse Mib ha perso il 4,44% a 19.236 punti e il Ftse All Share il 4,21% a 19.793 punti. Un’incursione dell’Orso sui mercati che ”ha preso tutti in contropiede – commenta un gestore – convinti che il rimbalzo durasse ancora qualche seduta”. In una seduta ad alta volatilita’ gli ordini in vendita sono andati via via aumentando e dopo il dato Usa sulla fiducia dei consumatori, in calo e peggiore delle attese, la discesa e’ stata piu’ rapida.
Negli Usa la congiuntura economica risente del nervosismo per la situazione del debito in Europa. Il presidete Barak Obama e e il governatore della Federal Reserve Bernanke concordano sul fatto che l’economia Usa si stia rafforzando e che la crescita debba essere stimolata per favorire l’occupazione. Ma ammettono e mettono in avviso i mercati che al momento la congiuntura risente del nervosismo per la situazione del debito in Europa. In sintesi il succo della riunione del economic team del presidente Obama a cui ha partecipato, in via straordinaria, il presidente della Fed Ben Bernanke. Le tendenze economiche saranno positive se i sussidi per la disoccupazione saranno ampliati, ha detto Obama, aggiungendo che le nuove regole sul mondo della finanza in attesa di approvazione al Congresso forniranno certezze ai mercati e aiuteranno i consumatori.
Euro a picco. Prosegue inesorabile anche il declino dell’euro sui mercati valutari internazionali, sotto il peso dei conti in rosso dei cosidetti Paesi periferici di Eurolandia come Grecia, Spagna e Portogallo. La moneta unica e’ oggi sprofondata a un nuovo minimo storico contro la valuta elvetica e vale 1,3206 franchi svizzeri. Ha toccato il livello piu’ basso da otto anni e mezzo a questa parte sulla valuta del Sol Levante, calando a 107,50 yen, e ha aggiornato i minimi sulla sterlina da 19 mesi a questa parte scendendo a 0,8091 pence. Nei confronti del biglietto verde e’ scivolata sotto quota 1,22 dollari a 1,2170 da 1,2277 dollari segnato ieri sera in chiusura a New York. Solo in quest’ultimo trimestre la moneta unica ha perso il 9,6% nei confronti della divisa statunitense.
Le paure di un probabile default della Grecia hanno fatto schizzare i Credit default Swaps sul debito del Paese ellenico di 13 punti a 1.101 punti, riavvicinandosi al record di 1.125 toccato il 4 giugno, secondo i dati Cma DataVision. Anche i contratti sulla Spagna sono saliti di 9 punti al record di 275 punti. Ai problemi finanziari di questi due Paesi si sommano, inoltre, le difficolta’ delle banche europee non solo nel finanziarsi sul mercato dei capitali, ma anche nel far fronte ai prestiti della Bce in scadenza.
Il primo luglio e’ in scadenza il maxi-finanziamento della Bce da 442 miliardi di euro e – stando alle stime di Barclays Capital – le banche di Spagna, Irlanda, Grecia, Portogallo e Italia hanno accumulato prestiti Bce in scadenza questa settimana per circa 151 miliardi. Cosi’ i timori di un default di un Paese della zona euro e i dubbi sullo stato di salute di diverse banche europee spinge gli investitori a liberarsi dell’euro e fare incetta di dollari e yen, considerate da sempre monete rifugio per eccellenza.
