MILANO – Crollo a Milano, crollo in contemporanea anche a Wall Street: il segno negativo contraddistingue buona parte dei mercati internazionali. La situazione è di vero e proprio panico. Pomeriggio di giovedì 18 agosto, Milano chiude una giornata drammatica: -5% e alla fine giù fino al -6,15%. La ripresa è una chimera lontana: nelle stesse ore escono i dati macroeconomici negli Stati Uniti e i dati non sono rosei, non parlano di nuovi posti di lavoro, di mercati solidi e, in sintesi, di uscita dalla crisi economica. Il risultato? Wall Steet crolla, panico anche a New York: -4%.
Non solo, i dati americani dicono anche che cala il rendimento dei titoli del Tesoro Usa: per la prima volta quelli a dieci anni sono scesi sotto il 2%. Rendimento basso vuol dire titolo affidabile nel mercato obbligazionario: questo significa che in una giornata di vero shock gli investitori si stanno rivolgendo verso i mercati obbligazionari, dando quindi fiducia ai Treasuries Usa nonostante il recente downgrade da parte di Standard and Poor’s. E il risultato è che il rendimento sui titoli a 10 anni è sceso fino a un minimo di 1,978%, livello mai toccato nella storia, per poi risalire al 2,002%.
Un ragionamento simile si può applicare ai rendimenti sui titoli di stato biennali svizzeri, che sono scesi su livelli negativi (-0,06%) per il secondo giorno dopo la decisione della Banca Centrale di nuove misure per frenare la forza del franco e bloccare i flussi di capitale verso le obbligazioni e la moneta della Confederazione, visti come bene rifugio. In pratica alla scadenza gli investitori riceveranno meno di quanto hanno pagato i titoli di stato rimettendoci così non solo i rendimenti ma anche parte del capitale. Anche i rendimenti dei titoli a dieci anni sono scesi di 19 punti base a quota 0,86%. La Banca centrale svizzera ha annunciato misure straordinarie per frenare la corsa del franco (+12% nel 2011) immettendo liquidità sui mercati e fissando il tasso nominale a breve (tre mesi) più vicino possibile allo zero in modo da scoraggiare i flussi di capitali verso la moneta e le attività nazionali.
A Milano crolla il titolo Fiat, che cede l’11,88% a 4,33 euro, con scambi pari al 4,5% del capitale. Pesante anche Fiat Industrial, che perde l’11,1% a 6,24 euro. Non va meglio Exor (-8,37%), la holding della famiglia Agnelli che controlla Fiat. Altri tonfi da piazza Affari: Intesa Sanpaolo, -9,79%, Finmeccanica -8,80%.
E se la crisi è globale, anche il panico è globale: nel pomeriggio le chiusure delle “colleghe” europee parlano chiaro. Londra cede il 4,49%, Francoforte, sotto del 5,82%, Parigi (-5,48%) e Zurigo (-3,72%). Le principali borse europee hanno bruciato complessivamente 298,6 miliardi di euro di capitalizzazione. Il valore totale delle società del Vecchio Continente quotate in borsa scende così da 6.260 a 5.961,4 miliardi di euro.