Borse europee alla riscossa, Milano a + 4% dopo lo stop alle vendite allo scoperto

MILANO  – E’ tregua per i mercati, che arrivano al ponte di Ferragosto con le ferite di una settimana di fuoco ormai rimarginate. Tra giovedì 11 (+141 miliardi di capitalizzazione flottante) e venerdì 12 agosto (+252 miliardi di capitalizzazione totale, equivalenti a 137 di flottante), le piazze europee hanno abbondantemente recuperato i 174 miliardi di flottante bruciati mercoledì scorso. La speculazione sembra dunque essersi arrestata, grazie anche alla decisione delle autorità di controllo dei mercati di fermare le vendite allo scoperto: lo hanno imposto la Consob in Italia e le corrispettive commissioni in Belgio, Spagna e Francia.

Una decisione accolta con favore dalla Ue, che ha chiesto l’approvazione di regole comuni per tutti gli stati membri. Un primo risultato si e’ registrato a Milano, dove gli scambi hanno quasi dimezzato il loro controvalore dai 4,43 miliardi di euro di mercoledì scorso ai 2,69 miliardi di euro.

Nel frattempo si è ulteriormente allentata la tensione sui titoli di stato, con il differenziale tra Btp decennali e bund tedeschi sceso sotto quota 270 punti base (268,5 per l’esattezza), poco sopra quello spagnolo (266,1). Anche il divario tra titoli tedeschi e titoli francesi si è  portato su livelli più distesi, scendendo a 64,7 punti base. Sull’Europa sembra essere tornato il sereno, anche con l’impegno del governo italiano e di quello francese a intensificare le misure anticrisi, mentre a Wall Street è stato superato senza particolari scossoni il calo della fiducia dei consumatori ad agosto, sceso ai livelli più bassi dal lontano 1980.

Gli acquisti hanno interessato tutti i settori, ma specialmente quelli che recentemente avevano sofferto di più. E’ il caso delle banche, con rialzi fino al 17% della belga Dexia. Ma gli investitori hanno puntato anche su Natixis (+9,22%) e Santander (+6,56%), ridando tono anche a Societé Generale (+5,65%), che due giorni fa aveva perso il 14%, dopo aver ceduto fino al 20%. Hanno ripreso fiato anche le italiane Unicredit (+5,6%) e Intesa Sanpaolo (+3,23%), che comunque appaiono ancora parecchio sottovalutate. In un mese la Ca’ de Sass ha ceduto il 18,28% (il 44,43% su base annua) mentre Piazza Cordusio è  sotto dell’8,49% rispetto a un mese fa, ma del 47,33% rispetto ad un anno fa. Responsabile di tutto questo – spiegano in una sala operativa – ”è la speculazione e lo stop alle vendite allo scoperto fa ben sperare, ma ora servono regole sui Credit Default Swaps, solo in questo modo i mercati possono respirare”.

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Lorenzo Briotti