ROMA – E’ veramente l’inferno senza ritorno, ora si può dire. In Borsa c’è già aria di recessione: tutte le Borse crollano, la banche fanno da zavorra. Piazza Affari parte in ribasso e chiude a -2,46%. In rosso anche l’All Share e l’indice Star. Non vanno meglio Francoforte, dove il Dax30 scivola del 2,19% e Parigi (-1,92%), Londra (-1,01%). Diversi titoli sono stati sospesi dalle contrattazioni per eccesso di ribasso come Exor (-3,72%), Unicredit (-5,81%), Lottomatica (-4,85%).
Sono in particolare i titoli bancari ad essere considerati la zavorra della Borsa. Intesa Sanpaolo cede il 5,35%, male Mps, -2,31%, Ubi Banca lascia sul terreno l’4,29%. Pressoché invariata Mediobanca a +0,16%, chiude bene solo Banca popolare di Milano, che con uno scatto nel finale arriva una crescita del 3,20%. Nonostante il trend accentuato al ribasso, gli investitori non disdegnano tuttavia qualche acquisto sui titoli più a buon mercato.
Il fantasma della recessione si aggira per il mondo. Jp Morgan ha anche tagliato le stime di crescita degli Stati Uniti, parlando di ”rischi elevati di recessione”. Secondo gli analisti della banca d’affari, le previsioni per il terzo trimestre sono solo ”appena piu’ accomodanti” rispetto alle precedenti, mentre peggio andra’ nei trimestri a seguire. Negli ultimi tre mesi dell’anno il pil Usa crescera’ infatti dell’1% (contro il +2,5% finora stimato), mentre tra gennaio e marzo 2012 la crescita si limitera’ a +0,5% (contro il +1,5% previsto). ”Il calo dei prezzi energetici dovrebbe aiutare ad arginare alcune debolezze dell’economia e i livelli di spesa ancora bassi dovrebbero aiutare a ridurre le chance di un trimestre negativo. Tuttavia – scrive Jp Morgan – i rischi di una recessione sono evidentemente elevati”.
Intanto aumenta il costo per assicurarsi contro il default degli stati periferici dell’Eurozona. I credit-default swap su Grecia, Portogallo, Irlanda, Spagna e Italia – le assicurazioni contro un eventuale fallimento degli emittenti – sono tutti in rialzo. Per quanto riguarda Italia e Spagna il costo dei cds e’ salito di 10 punti base, rispettivamente a 264 e 374 punti, per il Portogallo di 6 punti a 882 punti base, per l’Irlanda di 8 punti a 794 punti base e per la Grecia di 46 punti a 1.922 punti base. L’aumento dei credit-default swap segnale, nella percezione degli investitori, un aumento del rischio dei titoli sovrani.
