ROMA, 7 NOVEMBRE – La corsa patriottica ai titoli di Stato lanciata dal cittadino Giuliano Melani con l’appello sulle pagine del Corriere della Sera dovrà subire un arresto, almeno in parte. Le casse vuote dello Stato non consentono di pagare ora i cittadini solidali, e quindi, all’asta del prossimo 10 novembre niente Buoni del Tesoro a scadenza trimestrale.
Ci saranno quelli a dodici mesi, per un valore totale di cinque miliardi. Meno, comunque, dei 6 miliardi e rotti di Bot annuali in scadenza.
Il Tesoro si è giustificato parlando di “assenza di specifiche esigenze di cassa”. Tradotto: non ci sono soldi.
Come se l’andamento delle Borse non bastasse a tratteggiare un quadro a tinte fosche, al termine della giornata che ha visto lo spread – il differenziale tra Buoni del Tesoro italiani, appunto, e Bund tedeschi – arrivare a quota 490 e passa, la notizia di quell’asta ‘parziale’ è stata la degna conclusione di uan giornata trascorsa più che sull’altalena sulle montagne russe.
La decisione di eventuali dimissioni del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, a cui guardano ormai non solo tutti i politici, ma anche chiunque si occupi di finanza o abbia minimamente con essa a che fare, potrebbe dare un altra scossa, magari stavolta positiva, ai mercati e all’economia italiana.
Ma l’annuncio del Tesoro non lascia margini alla fantasia: cittadini patriottici, investite pure fiduciosi nello Stato, ma soldi, al momento, proprio non ce ne sono.