ROMA – Titoli di Stato: se volete investire, il consiglio è di scegliere scadenze brevi, a due o tre anni. In questo momento il rapporto rischio/rendimento dei titoli di stato a breve durata è molto interessante per gli investitori. Le ultime aste di Ctz e Btp sono andate bene anche se, in controtendenza, lo spread con il bund tedesco non è sceso come i rendimenti dei titoli di stato. Il Tesoro ha venduto oggi (29 agosto) sul mercato tutti i 9 miliardi di Bot semestrali programmati. Il tasso medio del collocamento è sceso all’1,585% da 2,454% di un mese fa, raggiungendo i minimi da marzo.
La buona notizia, tuttavia, è un segnale di normalizzazione dei mercati, per cui all’aumentare della durata dell’obbligazione aumentano anche i rendimenti. E’ abbastanza intuitivo infatti che se uno sottoscrive un buono a dieci anni si accolla un rischio più lungo e immobilizza il capitale per più tempo: in condizioni normali, staccherà una cedola più alta, il suo capitale investito renderà di più a fronte di un rischio calcolato più grande.
Questa normalità è stata stravolta dalla crisi finanziaria in cui si è assistito a una innaturale corrispondenza dei tassi di interesse tra titoli di diversa durata: per cui, per esempio a dicembre scorso, il rendimento dei Bot a un anno era praticamente uguale a quel 7,5% pagato dal Bot a 10 anni. La situazione sembra stia virando. In particolare, per i titoli di Stato a breve, molto dipende dalle novità che si preparano in ambito europeo sulle misure salva-stati. I mercati si attendono l’intervento della Bce proprio con l’acquisto di titoli a due o tre anni.
“Siate brevi perché se i big del mercato si concentrano sulle scadenze biennali e non si spingono più in là in attesa delle mosse della Bce e delle decisioni degli euro governi, i piccoli non devono comportarsi diversamente”, ha dichiarato al Corriere della Sera Guido Casella, gestore obbligazionario di Azimut. Il Tesoro ha collocato 3 miliardi di euro di Ctz a due anni con un tasso medio crollato al 3,06% dal 4,86% del mese scorso, mentre i 750 milioni di Btp indicizzati all’inflazione dell’Eurozona con scadenza 2016 e 2019 hanno registrato un calo dei rendimenti significativo. A tre anni il tasso è sceso dal 5,29% al 3,69%, la scadenza più lunga dal 5,69% al 4,39%.