Bot e Btp, il momento di investire in quelli a breve termine

titoli di stato

ROMA – D’accordo, tutti gli esperti e gli analisti continuano a dire che gli investimenti a rischio zero non esistono e che il la regola d’oro è sempre avere un “portafoglio” di titoli diversificato. Eppure questo sembra proprio il momento, per chi avesse voglia e disponibilità, di investire su titoli di stato italiani a breve termine.

Il perché lo spiega sul Corriere della Sera Fabrizio Massaro riportando l’analisi di un addetto ai lavori, il vicedirettore di Banca Akros Giulio Verzelli:

Puntare sui titoli di Stato a breve può avere senso per chi non vuole correre rischi durante l’agosto e attendere le decisioni della Germania sul fondo salva Stati previste per il 12 settembre

Il tutto perché, è la posizione di Verzelli,  i titoli di stato italiani possono essere un buon compromesso tra tutela del patrimonio e redditività soprattutto per chi ha parte dei risparmi investiti in Bund tedeschi, solidissimi, ma che fino a cinque anni hanno di fatto un rendimento negativo. Per i bond italiani, invece, le cifre sono diverse. Le riporta il Corriere:

Il Bot a sei mesi sul mercato secondario rende ai valori attuali l’1,725%, quello a 9 mesi quasi il 2,2%, e quello a 1 anno il 2,63%: non male specialmente se confrontati con i tassi zero di emissioni di analoga durata di Francia e Germania.

In teoria, secondo Verzelli, il rischio è quello della volatilità. Ma è proprio su questo che è decisivo il fattore Mario Draghi perché l’acquisto di titoli a breve termine punta proprio a stemperarli. Insomma puntare su bot a 6-12 mesi può essere un affare. Con un’avvertenza: “Gli investimenti senza rischio non esistono più”.

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Emiliano Condò