ROMA – Per la prima volta sotto zero i tassi in un’asta del Bot a 12 mesi. Il rendimento medio è sceso a -0,03% dallo 0,023% dell’asta di ottobre. Collocati tutti i sei miliardi di euro di Bot annuali in offerta e nonostante i tassi negativi la domanda ha raggiunto 11,2 miliardi con un rapporto di copertura in rialzo a 1,83 da 1,63 precedente. Lo spread tra Btp e Bund, dopo l’asta, segna un lieve calo a 106 punti base (dai 107 dell’apertura). Il rendimento del decennale italiano è all’1,68%.
Fine di un’era: il timbro dei Bot sotto zero. Davvero, con gli interessi dei Bot a 12 mesi in campo negativo, finisce l’epoca in cui investendo in titoli di Stato ci si garantiva un risparmio consistente, il Mario Rossi finiva per camparci. Ma oggi che se presti soldi allo Stato questo te ne restituisce di meno, chi glielo fa più fare al suddetto Mario Rossi?
In effetti non è più conveniente come prima, con interessi zero e inflazione a pochi decimali dallo zero (l’inflazione infatti favorisce il debitore), se vuole ottenere interessi apprezzabili, l’investitore è costretto a farlo scegliendo sul mercato, rischiando in azioni e obbligazioni.
Dipende soprattutto dal cosiddetto bazooka di Mario Draghi, l’azione costante della Bce (quantitative easing) con cui immette ogni mese 60 miliardi di euro in liquidità al mese e fa incetta di titoli di Stato sul mercato. In questo modo il denaro vale di meno sul mercato, costa nulla per esempio alle banche cui comunque conviene prestare alla Bce che tenerli in deposito.