Tassi dei Bund in crescita sopra il 2 per cento

BERLINO – Cresce il rendimento dei Bund dopo che ieri, 23 novembre, c’è stato il flop dell’asta tedesca. I Titoli di Stato di Berlino hanno abbattuto il muro del 2 per cento, raggiungendo quota 2,24 per cento, ai massimi dallo scorso 16 agosto.

Ieri, 23 novembre, alla fallimentare asta da sei miliardi della Bundesbank l’invenduto è salito al record storico del 35 per cento. La tendenza a rifugiarsi nel porto sicuro offerto dai titoli tedeschi decennali aveva fatto scendere il rendimento talmente tanto, sotto il 2 per cento, che i bund non attraevano più. Oggi la risalita.

La scarsa domanda di ieri avrebbe costretto la Bundesbank a intervenire massicciamente acquistando sul mercato secondario titoli per circa 2,4 miliardi. E la reazione del mercato si è fatta sentire con l’aumento dei rendimenti.

E oggi, 24 novembre, è arrivato anche il monito del vice-premier del Lussemburgo, Jean Asselborn, secondo il quale se la volontà della cancelliera Angela Merkel si imponesse ne conseguirebbe un pericolo per l’Unione europea. ,

”Cara cancelliera, ha scritto Asselbron in una lettera aperta alla Bundeskanzlerin, se a spingerla sono gli interessi nazionali farebbe bene a dirlo”. Del resto, continua Asselborn, ognuno dei 27 paesi, anche il più grande, ha il diritto di portare avanti i propri interessi e ammettere che questa sia oggi la linea tedesca ”aiuterebbe a fare chiarezza”. ”E’ davvero un obiettivo dell’Europa, in quella che è forse la fase più difficile della ricerca di stabilità nell’eurozona, un dibattito sul cambiamento dei trattati? Se riuscisse a imporre la sua volonta’, cara Frau Merkel, nel Consiglio europeo, la prego di non dimenticare quale rischio correrebbe l’Unione europea”.

”Modifiche di base al trattato europeo comportano un grande dinamica in sé. E’ utopico credere che si potrebbero cambiare soltanto gli articoli previsti. ”Una grande revisione comporterebbe referendum in alcuni paesi”, avverte Asselborn. ”E se il messaggio del referendum fosse risparmiare e controllare le possibilità di successo sarebbero limitate. L’Unione europea oggi ha bisogno soprattutto di un messaggio positivo che indichi alla gente la prospettiva che al centro degli effetti della politica ci siano la crescita economica e con questo anche la sicurezza sociale e la creazione di nuovi posti di lavoro. Questo non si può fare soltanto attraverso il messaggio sul cambiamento dei trattati”.

 

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Maria Elena Perrero