Economia

Caffè, raddoppiato prezzo arabica in un anno: colpa di Covid, logistica, porti (stop Trieste no vax non aiuta)

Caffè, raddoppiato il prezzo dell’arabica in un anno. C’entra il Covid certo, che aggrava le situazioni già critiche, c’entrano soprattutto guerre e difficoltà logistiche su scala globale, dal carburante ai porti: fatto sta che il prezzo del caffè è praticamente raddoppiato da inizio. I future indicano un trend rialzista anche nel 2022.

Caffè, raddoppiato il prezzo dell’arabica in un anno

Martedì scorso (il 7 dicembre) tariffe ai massimi livelli da dieci anni all’International Exchange di New York: 2,50 dollari per una libbra di arabica. Le maggiori difficoltà in Brasile, Vietnam ed Etiopi, funestata, quest’ultima, da una disastrosa guerra civile.

Prezzo tazzina caffè al bar sarà il manifesto dell’inflazione

I colli di bottiglia logistici accentuano la congiuntura attuale che spinge l’aumento delle materie prime. Non siamo di fronte, spiegano gli analisti (su AdnKronos), a aggressive manovre speculative. 

Stavolta dietro gli acquisti a termine ci sono i traders “fisici” del caffè, preoccupati dal rischio di non poter fare fronte alla richiesta della domanda.

In queste settimane che precedono il Natale (stagione del picco dei consumi) i traders faticano a trovare le navi per trasportare le merci verso i porti d’approdo.

Compresa Trieste, la piazza leader d’Europa già tormentata dalle agitazioni no vax. In cifre, secondo Coffee Exporters Council of Brazil, l’organizzazione più importante a livello globale, i volumi di merce in viaggio lo scorso ottobre risultavano del 24 per cento più bassi rispetto all’anno precedente.

Il prezzo della tazzina di caffè al banco sarà il manifesto più aggiornato della nuova inflazione galoppante.

Coltivatori falliscono e pagano le penali: così rivendono la merce attuale al doppio

“Molti coltivatori – si legge nel bollettino del dipartimento dell’agricoltura americano – stanno trovando più conveniente fare default, pagando le penali sui contratti sottoscritti a suo tempo, e rivendere la merce ai prezzi attuali. Ovvero al doppio”. 

Sul lungo periodo il quadro si, se possibile, ancora più fosco. A causa del cambiamento climatico, “si prevede che più del 50% dei terreni attualmente coltivabili a caffè non lo sarà più da qui al 2050, in quanto il caffè è molto sensibile al cambiamento climatico e la prima a subirne l’impatto sarà la qualità, seguita dalla quantità, quindi la grande sfida sarà praticare un’agricoltura ‘rigenerativa’ e puntare sulla qualità”. Lo ha detto all’ANSA il presidente di illycaffè, Andrea Illy

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Warsamé Dini Casali