Il decreto liberalizzazioni del 2007 infatti dà ai cittadini la possibilità di recedere o cambiare operatore senza vincoli temporali né esborsi ma con la clausola che recita: “Se non giustificati da costi dell’operatore”. Presto detto: i costi dell’operatore ci sono (quasi) sempre.
Santelli ci dà un po’ di numeri:
Per disattivazione o migrazione di una linea telefono più Internet, Telecom e Vodafone domandano circa 40 euro. Tiscali ha appena ritoccato al ribasso: tra 35 e 43 euro per passare ad altro operatore, tra 74 e 84 per cessare. Fastweb oscilla tra i 51 e i 95 euro.
E per chi rottama anche il numero di cellulare la spesa cresce. Uscire da un abbonamento con Tim è gratuito. Chiamando invece il servizio clienti Vodafone l’operatrice informa che disdire nei primi 12 mesi costa 100 euro. E peggio va a chi ha firmato un contratto con bonus.