Flop cedolare secca: nessuno denuncia, recuperato 1/5 dei 2,5 mld attesi

ROMA – L’introduzione della cedolare secca ha fallito i suoi obiettivi, fare cassa imponendo una tassa “piatta” direttamente sulle case in affitto (minore di quella ordinaria) e costringere all’emersione gli affitti in nero. Il ministero delle Finanze prevedeva un incasso di 2 miliardi e mezzo: al massimo, se va bene, ne incasserà un quinto, anche se c’è la fondata preoccupazione che alla fine avrà perso 170 milioni. I numeri sono sconfortanti, in pochi tra i proprietari di immobili affittati hanno aderito alla nuova tassa, ancor meno sono stati gli affittuari che hanno denunciato il nero.

I dati sono ancora parziali, ma sufficienti a quantificare la misura del passo falso. Soprattutto, bisognerà attendere le prossime dichiarazioni dei redditi per capire se chi ha aderito era un vecchio proprietario già in regola, oppure un proprietario che affittava in nero “sedotto” dalla possibilità di regolarizzarsi, incentivato da una tassazione più leggera e spaventato dall’inasprimento delle sanzioni.

Nel primo caso chi già era in regola adesso paga la cedolare secca, quindi lo Stato ci perde quei 170 milioni che lo Stato gli ha “regalato” imponendo una tassa più leggera. Nel secondo caso l’evasore “pentito” ha aderito alla cedolare secca e quindi lo Stato ha incassato 500 milioni da affitti che prima semplicemente non esistevano e adesso sono emersi. Ma 500 milioni sono sempre poca cosa rispetto ai 2,5 miliardi attesi. Sul Sole 24 Ore si sospende il giudizio, ma l’ipotesi più accreditata è quella della più penalizzante per l’Erario, cioè una debacle assoluta.

I motivi? Intanto proprietari e inquilini hanno preferito attendere: stupisce che soprattutto i secondi non abbiano sfruttato l’opzione denuncia, che dal 7 giugno scorso permetteva loro di godere di affitti superscontati. Soprattutto, non ne hanno usufruito quegli inquilini che avrebbero dovuto presentare le prove dell’affitto (bollette, posta, testimonianze), non avendo alcun contratto, con il rischio di essere trascinati in tribunale dal proprietario. In teoria sarebbe stato più facile per chi aveva in mano un contratto scritto ma non registrato.

Altra ragione del fallimento della cedolare secca è che i redditi dichiarati sono in media così bassi che nessuno vede la convenienza della nuova tassa. Se già pago poco di tasse – è il ragionamento – chi me lo fa fare di denunciare un’altra fonte di reddito come l’immobile affittato? Quasi il 60% dei titolari di abitazioni locate ha dichiarato redditi fino a 26mila euro: un importo che rende il regime ordinario più vantaggioso della cedolare in un caso su tre. Tuttavia, suggeriva il direttore della Agenzia delle Entrate Attilio Befera,  la cedolare può generare un miliardo di maggiori incassi per lo Stato grazie all’emersione del nero, ma in tempi lunghi.

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Warsamé Dini Casali