ROMA – “Evidentemente per il Governo Renzi le condizioni di lavoro e il salario devono essere sacrificati per continuare a seguire le fallimentari politiche di austerità che hanno distrutto occupazione, precarizzato il lavoro e stanno impoverendo le persone. Se le ricette anche nei settori pubblici sono quelle del taglio ulteriore dei posti di lavoro, dei salari e dei diritti è necessario mettere in campo una forte mobilitazione” dei comparti della conoscenza. Così il segretario della Flc-Cgil, Mimmo Pantaleo, in una nota.
“In queste ore – osserva Pantaleo – oltre alle tante indiscrezioni che circolano a proposito dei provvedimenti sulla scuola che il Governo intende assumere alla fine di agosto, torna l’ipotesi di un nuovo blocco del rinnovo del contratto nazionale nei settori pubblici in perfetta continuità con gli esecutivi precedenti”. In realtà, aggiunge, “non s’intravede neanche sulla scuola alcun disegno complessivo di innovazione ma l’impressione è quella di scelte politiche che servono a piegare sempre più l’istruzione alle compatibilità economiche e a una finta meritocrazia penalizzando fortemente i precari”.
Il sindacato, dunque, valuterà “con attenzione i provvedimenti annunciati dal Governo, ma deve essere chiaro che ci attendiamo investimenti e soluzioni credibili rispetto alle tante criticità e sofferenze che quotidianamente le scuole devono affrontare. Il punto di partenza deve essere il rinnovo del contratto nazionale e il superamento del blocco della contrattazione decentrata in tutti i comparti pubblici”. Il 29 agosto, conclude Pantaleo, “la Flc sosterra’ le iniziative dei quota 96 e come abbiamo detto siamo pronti al confronto, ma anche a un duro conflitto. Se la Ministra Giannini pensa di risolvere i problemi della scuola, università, ricerca e afam nel chiuso delle stanze del Miur e con i soliti tecnocrati sbaglia, perchè senza partecipazione e confronto non ci possono essere veri cambiamenti”
PENSIONI, SPI-CGIL: “PAZIENZA FINITA”
“Finora i pensionati sono stati sempre considerati un bancomat”. A parlare è Carla Cantone della Spi-Cgil: “Se il governo necessita di risorse deve decidersi una volta per tutte a redistribuire la ricchezza”, prendendo “dai redditi alti, quelli d’oro e non solo quelli da pensione, ma tutti i redditi”. In particolare lo Spi Cgil è contrario al ricalcolo degli assegni con il metodo contributivo, al posto del retributivo, a meno che “non ci siano pensioni calcolate con il retributivo finto, ma – avverte – non si devono toccare quanti hanno versato sempre e regolarmente i contributi”.
Il segretario generale dei pensionati della Cgil ricorda: “Abbiamo chiesto a metà luglio di aprire un tavolo di confronto, anche perché siamo in attesa degli 80 euro promessi da Renzi e ogni promessa è un debito”. Oggi, alla luce delle nuove ipotesi di intervento sulle pensioni, la richiesta di un confronto “è confermata”, evidenzia Cantone. E conclude: “E’ meglio che Renzi cambi verso veramente”.