ROMA – L'aumento record del prezzo della benzina fa decollare il carello della spesa (+4,7%), che si svuota sempre di più. Solo i prodotti freschi, in particolare la frutta e la verdura, registrano notevoli ribassi (-4,9%), mentre le impennate dei carburanti tagliano i consumi a tavola e fanno lievitare i costi produttivi delle aziende agricole (+20,5% su base annua). E' quanto sottolinea la Confederazione italiana agricoltori, commentando i dati diffusi oggi dall'Istat sull'andamento dell'inflazione nel mese di aprile.
Rispetto allo scorso anno, segnala la Cia, le quotazioni sui campi sono scese del 2,3%. I prodotti alimentari non lavorati hanno invece registrato nel mese di marzo un calo dello 0,7% in termini congiunturali e un aumento dell'1,7% a livello tendenziale; quelli lavorati hanno segnato incrementi, rispettivamente, dello 0,2 e del 2,2%.
"Ancora una volta – sottolinea l'associazione – l'agricoltura ha fornito il suo apporto al rallentamento del trend inflazionistico. Contributo che però gli agricoltori stanno pagando in maniera molto pesante: la diminuzione dei prezzi all'origine e l'aumento consistente dei costi produttivi, contributivi e burocratici ha determinato un nuovo taglio dei redditi dei produttori".
Lo stesso andamento non si è però registrato nei diversi passaggi della filiera e così i prezzi al dettaglio dei prodotti alimentari non hanno subito diminuzioni. Per questo l'associazione ribadisce la necessità di rapporti più stretti all'interno della filiera al fine di garantire maggiore trasparenza nei processi di formazione dei prezzi. La Cia rinnova inoltre la proposta dell'azzeramento delle accise sul gasolio agricolo, per ridare ossigeno alla imprese duramente colpite dai rincari.