MILANO – Il 2014 ha avuto inizio presto per la Cir che, guidata da Rodolfo De Benedetti, figlio del fondatore Carlo De Bendetti, deve districarsi dal guaio di Sorgenia, la società dell’energia in cui Rodolfo poneva i suoi sogni di gloria e che ha portato a un buco di centinaia di milioni, debiti per oltre un miliardo, strage di dirigenti, nuvole sul futuro.
Le difficoltà di Sorgenia, alle prese con una complessa ristrutturazione del debito, ha scritto il 3 gennaio l’agenzia di stampa Ansa, in una lunga notizia un po’ contorta e contraddittoria, da cui emergono due situazioni contrastanti: Sorgenia che sembra condannata a soccombere sotto il peso dei debiti, senza che gli azionisti, Cir e Verbund, intendano metterci più un euro; Cirche ha dire all’Ansa che scoppia di salute e che dovere rimborsa in anticipo un prestito fatto per finanziare Sorgenia gli fa migliorare il conto economico. Misteri della finanza.
Secondo l’Ansa, Cir potrebbe essere costretta
“al rimborso anticipato dei 259 milioni di euro ancora in circolazione del bond da 300 milioni emesso nel 2004. Ma l’eventualità potrebbe non essere sgradita alla holding, che risparmierebbe nella spesa per interessi e azzererebbe il suo debito pur mantenendo, a livello di capogruppo, una posizione finanziaria netta positiva”.
Prosegue l’Ansa:
“La sospensione da parte di Sorgenia dei pagamenti sui finanziamenti delle banche, cui ha fatto seguito la recente richiesta di moratoria, rappresenta infatti ”un evento di inadempimento” che attribuisce al trustee del bond (una sorta di amministratore) la facoltà di chiederne il rimborso anticipato. Così Cir, che a settembre disponeva di una posizione finanziaria netta positiva di 540 milioni (destinata a ridursi a 360 milioni dopo il pagamento delle tasse sull’incasso del Lodo Mondadori), ha comunicato al Trustee ”di essere pronta a un eventuale rimborso anticipato in caso di richiesta in tal senso”.
“L’estinzione del bond, di cui Cir ha già ricomprato alcune quote, non avrebbe effetti sulla sua posizione finanziaria netta (alla diminuzione della liquidità farebbe da contraltare un azzeramento dei debiti) e non prosciugherebbe l’intera liquidità (Cir manterrebbe ”una disponibilità di cassa”).
“Un rimborso anticipato avrebbe probabilmente effetti positivi sul conto economico: Cir paga sul bond un interesse del 5,75%, superiore (rpt, superiore) al rendimento della sua liquidità, oggetto di investimenti a basso rischio. Una circostanza di cui pare essersi accorta la Borsa, con il titolo ha chiuso in rialzo del 3,24% a 1,17 euro”.
Se è davvero così, allora perché non lo hanno fatto prima? perché regalare tutto quel denaro alle banche? doveva scoppiargli Sorgenia sotto la sedia per accorgersene?
“Resta invece complessa la situazione di Sorgenia, gravata da un indebitamento di 1,7 miliardi (di cui 600 milioni giudicati in eccesso) e per la cui ristrutturazione sono iniziate le trattative con un ampio pool di banche. Verbund, partner di Cir, ha svalutato a zero la sua quota, dicendosi indisponibile a ricapitalizzare mentre Cir sarebbe aperta a un sostegno finanziario, in un’ottica di continuità, a patto che anche le banche e il socio austriaco facciano la loro parte”.