CISL: NEI PROSSIMI DUE ANNI A RISCHIO 900 MILA POSTI DI LAVORO

La recessione inizia a colpire duramente l’idustria italiana: nei primi dieci mesi dell’anno, infatti, secondo le analisi della Cisl, sono quasi 180 mila, per l’esattezza 179.552, i lavoratori coinvolti in processi di crisi e ristrutturazioni aziendali che, tradotto, equivale a cassa integrazione ordinaria, straordinaria e mobilità. Ma potrebbe andare molto peggio in seguito: nei prossimi due anni sono a rischio, nell’industria manifatturiera e nelle costruzioni, circa 900.000 posti di lavoro. La stima è contenuta nel ‘Rapporto industria’ della Cisl, curato da Gianni Baratta e Silvano Scajola.

Le aziende interessate alle riduzioni degli ultimi due mesi, osserva il sindacato di Bonanni, presentando il rapporto, hanno nomi importanti come Fiat, Alitalia, Lucchini, Electrolux, Granarolo, Unilever. Nel complesso, la Cisl stima che oltre il 5% dell’occupazione industriale sia oggi coinvolta in situazioni di crisi ed il dato tende a crescere.

La confederazione usa una metafora forte: "Una parte del sistema industriale – si legge nel rapporto – rischia di navigare al limite della linea di galleggiamento, al di sotto della quale si rischia di annegare. Resiste meglio chi ha polmoni finanziari più capaci".

Secondo la Cisl, la ricetta anticrisi passa necessariamente attraverso l’emissione di Eurobond e "maggiore pragmatismo e flessibilità nel valutare sforamenti e tempi di rientro nei parametri di maastricht". In definitiva, uno sforamento del rapporto deficit-Pil "se si tratta di spese anticicliche con interventi mirati come investimenti pubblici, sostegno al reddito e all’occupazione".

In caso contrario, segnala la confederazione, "per noi i prezzi della crisi saranno fra i più alti in Europa". A Bruxelles, il sindacato chiede anche la creazione di nuovi strumenti monetari europei, come gli Eurobond, per finanziare con nuovo capitale netto la realizzazioni di grandi opere e infrastrutture tecnologiche.

E infine al governo italiano la Cisl segnala di aver già chiesto e in parte ottenuto misure per il sostegno ai redditi medio-bassi e per l’adeguamento degli ammortizzatori sociali, mentre in tema di politica industriale tra "le cose da fare subito" segnala: il sostegno al finanziamento delle piccole e medie imprese; l’avvio di una nuova politica per l’energia e di una nuova politica industriale.

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