ROMA – Asili, mense, rifiuti, parcheggi, impianti sportivi, trasporto scolastico, case per anziani: è la mappa delle zone dei tagli fatti dai sindaci. La stila il Sole 24 Ore. Andando a intaccare i costi di servizi i primi cittadini italiani sono riusciti a portare gli incassi comunali ad una crescita del 13 per cento. Tutto per sopperire alla mancanza di fondi derivanti dall’aumento delle addizionali Irpef, bloccate fino al 2010.
Dalla Tarsu, la tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, i comuni hanno incassato 1,47 miliardi solo nelle regioni meridionali, isole escluse: includendole la cifra sale a due miliardi. In tutta Italia arriva a quota 4 miliardi e 700 milioni per tutto il 2010. Gli aumenti, per quanto riguarda questa tassa, sono oscillati tra il 21,3 per cento del Nordovest e il 7,4 per cento delle Isole.
Dagli aumenti sulle quote di iscrizione agli asili nido i sindaci hanno portato a casa 241 milioni. Anche in questo caso le cifre variano da regione a regione: in particolare i tagli maggiori si sono avuti al Centr (+13,2 per cento), mentre al Sud sono stati molto minori (il 2,2 per cento).
Le tasse occulte alle quote degli impianti sportivi sono arrivate a 81,4 milioni. Ma mentre al Nordovest sono aumentate del 56, 8 per cento, al Sud sono diminuite del 6,4.
Stesso copione per il trasporto scolastico: i costi nelle Isole sono diminuite dello 0,2 per cento, mentre al Sud sono aumentati del 12,8.
Aumenti generalizzati invece per i costi dei parcheggi: tra il +75, delle Isole e il + 11,8 del Centro Sud, i rincari hanno permesso di incassare 168 milioni.