Il rapporto rileva “un miglioramento del clima di fiducia, il primo dal 2011 ad oggi”, ma sottolinea che comunque “l’incertezza è il sentiment prevalente con una quota di quasi il 40% delle famiglie che vivono adottando un comportamento di attendismo, in attesa dell’evolversi degli eventi”.
“Il protrarsi della crisi , la mancanza di lavoro, il peso delle tasse”, evidenzia l’outlook Confcommercio-Censis su consumi e clima di fiducia per il primo semestre 2014, “continuano ad alimentare lo stato di forte difficoltà in cui si trovano le famiglie italiane che, rispetto alla propria situazione economica e alla propria capacità di spesa, avvertono nella maggior parte dei casi – quasi l’80% – una sensazione di precarietà e instabilità”.
E “solo un quinto delle famiglie ritiene, invece, di essere in una condizione di solidità”. In particolare, il 17% del campione definisce la condizione economica e la capacità di spesa della sua famiglia “ad alto rischio”; il 21% risponde: “difficile, perchè rischio di non farcela; per il 41% è “precaria”; per il 21% “solida. Per Confcommercio-Censis “E’ ipotizzabile che il leggero miglioramento del clima di fiducia sia stato favorito dal cambio del quadro politico a marzo. A conferma di ciò, il capitale di fiducia di cui sembra godere il Governo guidato attualmente da Matteo Renzi risulta consistente: ben il 66% del campione ritiene, infatti, che il Governo sia in grado di far superare al Paese la lunga fase di crisi economica: il 24% del campione pensa che “abbia molta probabilità di riuscirci; il 42% che “abbia qualche possibilità di riuscirci”; il 22% che “non ci riuscirà perchè la crisi è troppo complicata”; ed un 5 % ritiene che “non ci riuscirà per incompetenza”.
E’ “ancora più alta la quota, oltre il 75%, di chi ritiene che il Governo riuscirà, almeno in parte, a realizzare il piano di riforme annunciato”: il 52% ritiene che ci riuscirà solo in parte, il 25% pensa “che ce la farà”; pessimista il 14%: “Non ce la farà”. Intanto, “certo è che, in un quadro complessivo di difficoltà e crisi dei consumi, le famiglie hanno ben chiare le priorità che l’Esecutivo deve affrontare subito per migliorare la situazione: creazione di nuovi posti di lavoro (56,3%) e riduzione della pressione fiscale (nel complesso il 32,1%: il 18,3% lo chiede riferendosi alla tassazione sulle imprese, il 13,8% per le persone fisiche); mentre per il 9% la priorità del governo dovrebbe essere potenziare i sussidi di disoccupazione.