La dinamica dei consumi cumulerebbe quindi fra il 2008 e il 2009 una caduta di oltre tre punti percentuali, di cui solo la metà verrebbe recuperata nei due anni successivi. Secondo lo studio elaborato da Confesercenti «i limitati margini di recupero sono legati solamente alla domanda di servizi, il cui trend crescente è guidato anche da fattori di carattere strutturale, connessi all’invecchiamento della popolazione (servizi sanitari, servizi alle famiglie) o al mutamento degli stili di vita (servizi ricreativi e ristorazione)».
Si legge nel rapporto «In presenza di una dinamica debole del reddito la crescita di queste tipologie di consumo va di fatto a spiazzare gli acquisti di beni, in particolar modo i durevoli, che presentano spazi di recupero molto limitati anche a seguito del venir meno del traino che durante gli anni passati era derivato dall’espansione del credito al consumo». Segnalata anche la stagnazione della spesa per consumi di beni non durevoli, voci di spesa al cui interno è predominante la componente alimentare, e di fatto in una situazione di stazionarietà legata anche ai limitati spazi di aumento della popolazione per effetto della transizione demografica in corso in Italia oramai da alcuni anni.