GENOVA – Piaggio Aereo esce da Confindustria, e porta via con sé quattro stabilimenti, 1350 occupati e 171 milioni di fatturato. “Confindustria è una cosa seria, uscirne non è una decisione che si prende a cuor leggero”, ha detto l’amministratore delegato della società, Alberto Galassi, al Secolo XIX.
Ma Galassi rincara la dose: “Se la nostra è inesistente per l’associazione, allora inesistenti lo diventiamo davvero. In un’associazione resti finché ti senti rappresentato, se c’è un rapporto di fiducia. Quando queste condizioni vengono meno, allora guardi il rapporto costi-benefici e poiché i conti non tornano fai quello che è naturale fare”.
Galassi lamenta al Secolo che Piaggio Aero non fa parte di giunte né di direttivi, “quindi, dice, il nostro pensiero è irrilevante”. A far traboccare il vaso, però, secondo l’amministratore delegato è stato che “Ho appreso dalla stampa che la locale Confindustria si era schierata con Squinzi per il nazionale. Gli organi deliberativi di Genova e Savona prendono una decisione e non fanno nemmeno una telefonata per sapere se abbiamo un’opinione da esprimere? Ho stima di Squinzi, ma da industriale mi sento più rappresentato da Bombassei, E voglio poter esprimere il mio punto di vista, pur sapendo di perdere cento a uno”.
Galassi dice di condividere la linea Fiat “al mille per mille”. “Confindustria è diventato un agone politico, ha perso la sua missione originale. Confindustria è diventata autoreferenziale, politicizzata. Troppo politicizzata”.