ROMA – Confindustria giudica positivamente il decreto che sblocca il pagamento dei debiti della Pubblica Amministrazione. Nella Congiuntura flash di aprile l‘associazione degli industriali scrive che “il saldo immediato di almeno 48 miliardi di debiti commerciali farebbe aumentare il Pil dell’1,4% e gli occupati di 243 mila unità nell’arco di cinque anni”.
Confindustria riporta come segnale positivo l’espansione dell’attività produttiva, ma evidenzia come negativi il rallentamento del manifatturiero e la caduta delle vendite al dettaglio negli Stati Uniti, la frenata del Pil e della produzione industriale in Cina e le “prospettive poco brillanti in India e Brasile.
E’ scritto nella Congiuntura flash:
Sui mercati finanziari e soprattutto delle materie prime le cattive notizie hanno pesato più delle buone e ciò si ritorce negativamente sul clima di fiducia di famiglie e imprese. Nel complesso il trend rimane verso l’allentamento delle tensioni e la ripresa, grazie soprattutto all’interventismo delle banche centrali che continuano a inondare il mondo con nuova moneta senza che ci sia il minimo sintomo di inflazione; semmai, la caduta dei corsi dell’oro e del petrolio va in senso opposto. D’altronde, la deflazione dei debiti privati e pubblici non può che proseguire e spegnere sul nascere ogni focolaio dei prezzi al consumo.
Confindustria punta gli occhi sulle elezioni tedesche di settembre: prima di allora, scrive nella Congiuntura flash, “non ci saranno decise svolte rassicuranti”.
Ma il quadro italiano è a tinte fosche:
In Italia la redditività e gli ordini interni sono a minimi, il pessimismo delle imprese è ai massimi; sulle scelte delle famiglie grava la paura per il peggioramento del mercato del lavoro; il credit crunch non dà segni di allentamento, semmai l’opposto: sale la quota di aziende con pochi fondi per l’operatività corrente. Perciò è sempre più vitale il pagamento degli arretrati della pubblica amministrazione.
Nell’Euroarea la produzione industriale ha dato segnali di stabilizzazione in avvio di 2013 (+0,4% in febbraio su gennaio); ma in marzo nel manifatturiero si è accentuato il calo di attività (PMI a 46,8 da 47,9) ed è scesa la fiducia delle imprese (-1,2 punti). La contrazione è forte in Francia (PMI a 44,0) e si è intensificata nei Paesi Bassi (48,0). Non risparmia la Germania (49,0).
Questo il ritratto della situazione economica italiana:
Le esportazioni italiane a febbraio sono diminuite dell’1,0% (in volume destagionalizzate) rispetto a gennaio. (…). A febbraio i disoccupati sono rimasti quasi 3 milioni: la diminuzione mensile (-0,9%) non ha compensato il balzo di gennaio (+3,8%). (…). Non si allenta il credit crunch in Italia: i prestiti alle imprese sono calati anche a febbraio (-0,1% mensile; -5,1% dal settembre 2011, pari a -47 miliardi di euro). (…). La liquidità è ai minimi per le imprese italiane rispetto alle esigenze operative. (…). Le misure varate dal Governo sono un passo importante ma contenute nell’ammontare (40 miliardi in due anni, comprensivi di altre partite finanziarie) e molto complesse nelle procedure attuative, rendendo incerti sia le somme che verranno effettivamente erogate sia i tempi, e quindi gli effetti.
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