ROMA – L'imposizione fiscale complessiva su una societa' per azioni in Italia arriva anche ''al 58%'', molto piu' di quanto pagano al fisco le dirette concorrenti in Germania e Regno Unito, e con una distanza abissale dalla Spagna, dove si versa esattamente la meta'. L'effetto e' piu' che reale visto che una societa' italiana con 380mila euro di utile netto ne avrebbe guadagnati ben di piu', circa 600mila, se avesse avuto sede a Madrid. E' il risultato di uno studio su ''Imposizione societaria – regimi fiscali a confronto'' realizzato dall'area fisco, finanze e welfare di Confindustria in collaborazione con Deloitte nel quale si confronta l'onere fiscale su una societa' ''tipo'' in Italia e in altri Paesi.
Confindustria, che da tempo chiede una riforma fiscale tra le misure piu' urgenti per sostenere la crescita del Paese, ribadisce cosi' con i numeri di un rapporto strettamente tecnico l'allarme per la tassazione record che penalizza le nostre aziende rispetto alle dirette concorrenti di altri Paesi europei.
''L'imposizione fiscale complessiva in rapporto al reddito imponibile (effective tax rate) – e' scritto nel rapporto – e' decisamente superiore in Italia (58%) rispetto alla Germania (43%), al Regno Unito (40%) e alla Spagna (29%)''. Mentre e' ''di poco diversa la situazione della Francia, dove il carico fiscale complessivo (60%) risulta lievemente superiore a quello italiano, per effetto dell'indeducibilita' del compenso corrisposto ad amministratori esterni all'impresa''.