Dopo due anni di avvertimenti, la Consob รจ intervenuta e ha “strigliato” cinque big del credito come Intesa Sanpaolo, Unicredit Banca, Mps, Banca Popolare di Verona e Bnl. Le prime cinque banche italiane, infatti, sono finite nel mirino della Commissione – arrivata persino a chiedere di convocare i rispettivi Cda – perchรจ accusate di cattive pratiche nella vendita dei prodotti ai clienti. In altre parole, la loro colpa sarebbe far prevalere le esigenze di budget sul reale interesse dei clienti. Una decisione clamorosa, se si pensa che i cinque istituti rappresentano oltre la metร del mercato: sommati assieme, infatti, dispongono di una rete di oltre 15mila sportelli sui circa 34mila dell’intero sistema creditizio.
Una mossa piรน che annunciata: per oltre due anni dall’entrata in vigore della Mifid (direttiva europea sulla prestazione dei servizi d’investimento) nell’autunno 2007, la Consob ha svolto un’ intensa attivitร “pedagogica” verso banche e intermediari finanziari. La Commissione di vigilanza sui mercati aveva prima avviato un’opera di “insegnamento” e chiarificazione con gli operatori, per arrivare a standard di trasparenza e correttezza auspicati. Successivamente, aveva cominciato un’opera di sensibilizzazione attraverso le associazioni di categoria dei vari intermediari, infine, dopo oltre un anno, aveva preannunciato che avrebbe eseguito ispezioni a campione per verificare la correttezza dei singoli comportamenti.
L’epilogo di recente, quando da una serie di ispezioni effettuate nei mesi scorsi รจ emerso che le politiche commerciali delle banche (scelta dei prodotti finanziari da offrire ai clienti, criteri dei budget, schemi di incentivazione del personale) troppo spesso non sono calibrate sull’interesse del cliente.
In altri due casi (sempre Bnl e Biis, del gruppo Intesa) i rilievi riguardano invece gli enti locali e la vendita di prodotti derivati.
Per quanto riguarda i risparmiatori, le banche sono accusate di politiche commerciali ยซimperniate su logiche di prodotto anzichรฉ di servizio reso nell’ interesse della clientelaยป e ancora, di un approccio ยซnon idoneo a contenere potenziali conflitti di interesse tra banca e clienteยป. In particolare, continuano ad essere spinti i prodotti “fatti in casa” senza considerare se questi siano adeguati alla clientela e proposti nel loro esclusivo interesse.
La Consob ha accertato che le politiche commerciali adottate dalle cinque banche per la selezione dell’offerta di servizi ai clienti e le politiche di incentivazione del personale ยซsono risultate in larga parte imperniate su logiche di prodotto (quantitativi di prodotti da vendere, di norma di raccolta propria o del gruppo) anzichรฉ di servizio reso nell’interesse della clientelaยป.
Tutto questo, a giudizio della commissione, ยซnon รจ idoneo a contenere i potenziali conflitti d’interesse tra banca e clienteยป poichรฉ il personale ยซpuรฒ essere indotto a collocare i prodotti, spesso quelli sviluppati dalla casa, secondo criteri a budget, indipendentemente dall’adeguatezza degli investimenti per la clientelaยป. Non sarebbe stato rispettato dunque uno dei punti cardine della direttiva Mifid sui servizi d’investimento che impone agli intermediari di ยซservire al meglio gli interessi dei clientiยป.
Ieri la conclusione dell’ ispezione presso cinque banche, preceduta, circa un paio di mesi fa, dalla decisione analoga verso Banca Generali e Banca Network. A tutte, la Consob ha chiesto la convocazione dei cda e ha prescritto anche l’ordine del giorno, per rimuovere gli ostacoli. A tal proposito, la Commissione ha reso noto che gli intermediari in questione sembra ยซabbiano giร intrapreso iniziative volte a colmare le carenze riscontrateยป. La Consob tornerร perรฒ a controllare il rispetto della Mifid e delle proprie direttive: in caso di inadempienze, scatteranno le sanzioni.