Conte bis, spread a 148 punti base: mai così basso con un nuovo governo
(Foto Ansa)
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ROMA – Il governo Conte bis fa bene alla fiducia internazionale dell’Italia e il suo termometro, lo spread tra Btp e Bund, lo dimostra toccando quota 148 punti base: mai così basso per i nuovi governi tenuti a battesimo nell’ultimo decennio. Mentre la Borsa di Milano chiude in rialzo dell’1,58% a 21.373 punti.
A otto anni di distanza dalla tragica situazione ereditata dal governo Monti, con lo spread arrivato addirittura a toccare il record di 574 punti base, il nuovo esecutivo parte decisamente avvantaggiato da questo punto di vista.
Ma ricapitoliamo cosa è successo al differenziale tra titolo di Stato decennali italiani e tedeschi quando si sono insediati gli ultimi governi italiani
Mario Monti (16 novembre 2011): lo spread, che oscillava nei giorni precedenti all’insediamento del nuovo governo sul record storico dei 574 punti base, iniziò quindi a scendere sotto la soglia dei 500 punti dopo lo scioglimento della riserva.
Enrico Letta (28 aprile 2013): lo spread, che si aggirava sui 300 punti base, iniziò subito a scendere per chiudere già il giorno stesso a quota 270.
Matteo Renzi (22 febbraio 2014): lo spread oscillava sui 200 punti base prima dell’insediamento e per i giorni successivi registrò un calo, ma piuttosto contenuto.
Paolo Gentiloni (12 dicembre 2016): il differenziale, schizzato nuovamente sui 200 punti base dopo il referendum costituzionale dei primi di dicembre, con l’arrivo del nuovo governo inizio a calare gradualmente intorno ai 160 punti.
Giuseppe Conte (1 giugno 2018): dopo mesi di incertezza politica e lo spread che era schizzato addirittura a 300 punti base dopo il fallimento dell’incarico di governo a Carlo Cottarelli, i mercati reagirono positivamente all’insediamento del nuovo governo Lega-M5S. Il giorno successivo al giuramento lo spread segnava già un calo a 230 punti base.