ROMA – Conti di deposito: una festa per le tasche, con rendimenti netti annui fino al 4%. Si aprono in tempi rapidissimi, rendono meglio dei Bot e dei Btp (circa il doppio dei titoli di Stato), ma la pacchia rischia di durare ancora per poco. Lo spazio di qualche mese, giusto il tempo che la situazione economica si normalizzi e le banche tornino ad avere fiducia tra di loro prestandosi i soldi come facevano fino a poco fa.
Ma nel frattempo, se quei tassi fanno gola, conviene affrettarsi. Basta confrontare i tassi (netti) proposti ormai da molte banche con i rendimenti dei titoli di Stato. L’immaginario signor Rossi che possa aver da parte un risparmio di 100 mila euro (indichiamo tale cifra per comodità di calcolo e non come media del risparmiatore italiano) può rivolgersi ai Bot e ai Btp. Quanto gli entra in tasca? In base all’asta del Tesoro del 24 febbraio i titoli biennali danno un rendimento del 3% (lordo), quadriennali del 2,71%. Insomma, circa un 2% che tradotto in euro porta i risparmi del signor Rossi da 100 mila a 102 mila.
Se invece questo risparmiatore i soldi decide di lasciarli su un conto di deposito avrebbe un 4% netto, ovvero 104 mila euro. Ma con una differenza sostanziale: i titoli di Stato, all’occorrenza, possono essere smobilitati nell’arco di 4 giorni lavorativi. Il conto di deposito prevede invece un patto con la banca: ovvero che vengano lasciati sul conto per un periodo (6 mesi, un anno o anche 18 mesi, secondo l’istituto). Altrimenti, addio 4% e anzi ci sono da pagare anche le commissioni.
Ad oggi però il tasso offerto per questo tipo di conti viaggia a circa il doppio di Bot e Btp. Come mai? E’ stata la difficoltà di trovare denaro sul mercato interbancario a spingere gli istituti di credito a cercare il finanziamento da parte delle famiglie, allettandole con tassi piuttosto alti. Ecco che si è arrivati ai conti di deposito al 4% netto. Da dicembre poi i titoli di Stato del nostro Paese hanno iniziato ad avere rendimenti più bassi, grazie a una rinnovata sicurezza politica e grazie al maxi-prestito da 489 miliardi da parte della Bce alle banche europee da restituire in 3 anni e al tasso dell’1%.