MILANO – La nota azienda di e-commerce Groupon assume da subito a tempo indeterminato. Ma – c’è sempre un ma – bisogna superare tre mesi di prova. Sessanta giorni lavorativi (tre mesi solari) durante i quali la produttività del neo-assunto viene messa seriamente alla prova: il mancato raggiungimento degli obiettivi o, per dirla all’inglese, un approccio non sufficientemente smart, valgono la fine del rapporto lavorativo.
Altro che articolo 18 che ingesserebbe il mercato del lavoro perché non garantirebbe la flessibilità in uscita: a Groupon il lavoro lo offrono per la vita ma i criteri selettivi sono spietatamente meritocratici. Oppure è soltanto un modo, più “smart” verrebbe ancora da dire, di aggirare il problema del tempo indeterminato, tanto da dar seguito a un fortissimo turn-over del personale, avallato dalla velocità dell’internet economy? E’ questa una delle obiezioni più accreditate tra i detrattori della strategia.
“E’ tutto perfettamente legittimo – assicura la giuslavorista Maria Vinciguerra, di Kpmg Advisory – anzi sarebbe persino auspicabile da parte delle imprese usare al meglio questo periodo-finesra”. E’ così che prende piede il “posto di lavoro legato alla produttività”, così come auspicato dalla minsitra del Welfare, Elsa Fornero. Ma i malesseri non sono pochi: il boom di assunzioni a Groupon sembrerebbe essersi arrestato. Tra i maligni c’è chi ravvisa il motivo nella crescita dei reclami da parte della clientela e nella difficoltà di far fronte ai rimborsi. Ma soprattutto: basteranno tre mesi a valutare le qualità di un candidato? Dalla sede milanese di Groupon assicurano di sì.