E’ per fine gennaio il debutto del ‘Gigante’ cooperativo che nasce dall’alleanza tra le tre Centrali, Confcooperative, Legacoop e Agci.
Quarantatremila imprese, oltre 1 milione e 100mila di occupati, 126 miliardi di fatturato: sono i numeri del patto federativo tra coop ‘bianche’ e ‘rosse’, che porta in dote gioielli come la rete Bcc, Banca del credito cooperativo, il colosso assicurativo Unipol e banca Ugf, il leader della distribuzione Coop.
La conferma, dopo mesi di indiscrezioni, è arrivata oggi, 14 dicembre, dai tre presidenti: ”E’ in corso un dialogo che porterà alla costituzione del Coordinamento Unitario che presenteremo ufficialmente alla stampa a gennaio” hanno detto Luigi Marino (Confcooperative), Giuliano Poletti (Legacoop), Rosario Altieri (Agci), in una nota congiunta.
Una svolta storica che fonde, pur con le rispettive autonomie che verranno mantenute, coop da sempre contrapposte. L’obiettivo, ”rafforzare ancor di più l’azione di rappresentanza della cooperazione autentica, senza mettere in discussione l’identità e l’indipendenza di ciascuna delle tre organizzazioni e quindi non prevedendo lo scioglimento degli organismi delle stesse” precisano i tre.
Un patto federativo quindi, non una fusione. ”La costituzione del coordinamento unitario ci porterà a confrontarci con le Istituzioni e le parti sociali con una posizione comune delle centrali cooperative e ciò consentirà una semplificazione e il rafforzamento del ruolo della cooperazione dentro i percorsi di concertazione e delle politiche future del Paese”, ha spiegato Poletti, spingendosi a immaginare ”in prospettiva, momenti di organizzazione unitaria nei vari settori”.
”L’integrazione e la collaborazione sono premianti non solo nelle politiche di sviluppo delle imprese, ma anche nella rappresentanza delle stesse” osserva da parte sua Marino, citando altri esempi in cui il Coordinamento unitario ha già dato prova di sé, come nel varo di Cooperfidi Italia, che mette assieme nove dei Confidi regionali più importanti del movimento cooperativo.
Sulla scia di Rete Imprese Italia (ma l’alleanza tra le coop è più antica, a far data dai 13 contratti di settore firmati tutti insieme, dicono dai quartier generali cooperativi), il patto si avvarrà di un unico portavoce (a partire dal ‘numero’ uno di Confcooperative), con mandato almeno annuale.
Le tre centrali coop continueranno ad avere i rispettivi presidenti, rispettivi patrimoni e le imprese associate, ma l’interlocutore sarà unico, uno solo parlerà per tutti, le mosse verranno giocate all’unisono come di fatto sta avviene già per le partite che contano. Nome e logo sono allo studio: Alleanza delle Cooperative, Coordinamento Cooperativo, Federazione delle Cooperative tra le denominazioni circolate in vista del battesimo.