Coronavirus, gli asintomatici non possono lavorare nemmeno in smart working (foto Ansa)
Gli asintomatici non possono lavorare neanche in smart working. A disciplinare la questione che riguarda questa tipologia di positivi al Covid-19 sono i decreti Cura Italia e Rilancio poi convertiti in leggi. La comunicazione è arrivata anche dall’Inps.
Al Corriere della Sera, l’avvocato Cesare Pozzoli spiega: “Il decreto Agosto ha stabilito che le persone di ritorno da vacanze in zone a rischio debbano stare in isolamento in attesa del tampone. Bene, anche questo isolamento è equiparato alla malattia quindi implica il divieto di lavorare”.
Negli ultimi 30 giorni ci sono stati 21.724 casi. Tra questi, il 75% (16.300), come spiega l’Istituto Superiore di Sanità, sono persone in età da lavoro.
Tra loro il 65% erano asintomatiche, ossia circa 10 mila persone.
Gli asintomatici non necessariamente sono persone giovani o in età lavorativa. Con molta probabilità, tra loro ci sono anche degli anziani. Come spiega l’immunologa dell’università di Padova, Antonella Viola, ad Agorà Estate su Rai 3: “E’ meno probabile ma è assolutamente possibile che vi siano persone anche anziane asintomatiche”.
In trasmissione si parla del caso Silvio Berlusconi che ha quasi 85 anni. Pur essendo risultato positivo al Covid-19, nei primi giorni sembrava non avere sintomi. La questione se davvero non avesse sintomi fin dall’inizio, in realtà non è molto chiara visto il successivo ricovero in ospedale.
“E’ più probabile trovare asintomatici tra bambini e giovani” ha precisato la Viola. “Ma è una questione di statistica. E’ semplicemente meno probabile ma possibile, perché questa malattia ha una mortalità dell’1%, una morbilità importante intorno al 5% ( indice della statistica sanitaria che esprime il rapporto tra il numero di soggetti malati e la popolazione totale ndr)”.
Secondo l’immunologa vi è quindi una percentuale di asintomatici più abbondante: “E’ sempre una questione di percentuali”. (fonte: Corriere della Sera, Huffington Post, Ansa).