La Corte dei Conti giudica “irrisoria” la percentuale di multe riscosse. Il dato, è contenuto nella relazione sull’indagine su “accertamento e riscossione delle entrate extratributarie derivanti dal controllo e dalla repressione delle irregolarità e degli illeciti: multe, ammende, sanzioni”.
L’analisi, secondo la magistratura contabile, evidenzia “una capacità di riscossione largamente insufficiente, anche a fronte di un imponente apparato organizzativo-logistico”.
La bassa capacità di realizzazione riguarderebbe soprattutto, ma non in maniera esclusiva, le “entrate derivanti da riscossione coattiva”, con conseguenti “rilevanti rinunce all’acquisizione di entrate previste nel bilancio statale”, e gli accertamenti tramite ruoli, la cui “resa in termini di gettito risulta di importo molto inferiore rispetto al carico affidato”.
Dall’analisi condotta in quest’indagine, come in precedenti svolte dalla Corte sulla struttura e sulle classificazioni del Bilancio statale, risultano confermate anche una serie di “inadeguatezze, che ne rendono problematico l’utilizzo quale fonte di dati utili ai fini del monitoraggio e della valutazione delle gestioni d’entrata”, con riguardo specifico alle entrate sotto esame.
Pochi giorni fa, di pari passo con la riforma del Codice della Strada, sono stati resi pubblici i dati dei consuntivi: secondo il Ministero dell’Interno i proventi derivanti dalla riscossione di multe e sanzioni hanno iniziato a diminuire già nel 2008. Tra le cause, gli eccessivi ricorsi dei “multati” e le sconfitte dei Comuni che sulle sanzioni erano andati con la mano troppo pesante. Pur sempre un “tesoretto” del valore di 1,48 miliardi di euro, ma di 9,8 punti percentuali per cento in meno rispetto a 1,64 miliardi incassati nel 2007. Una cifra che copre quasi il 13% di tutte le entrate proprie non fiscali dei sindaci.
La flessione si concentra in provincia, nei 2-300 Comuni che più di tutti avevano incassato negli anni scorsi, ma non tocca i capoluoghi, dove le entrate complessive rimangono stabili. Firenze torna a essere la città-record, seguita sul podio da Brescia e Milano, che conquistano i posti sul liberati da Roma e Caserta; Rieti (al quarto posto l’anno scorso) torna a centro-classifica dopo un anno gonfiato dagli arretrati, mentre nelle prime posizioni il Mezzogiorno fa registrare solo il balzo di Catania, che sembra però rimanere confinato alla carta.
