“In un contesto finanziario in via di cambiamento, l’unica strada per mantenere credibilità è salvaguardare l’obiettivo ultimo, ovvero la stabilità dei prezzi”. Lo afferma Lorenzo Bini Smaghi, membro del comitato esecutivo della Bce, sottolineando in un incontro a porte chiuse che le banche centrali “devono essere abbastanza flessibili nell’adattare gli strumenti a loro disposizione alle modifiche del contesto finanziario, ma devono essere inflessibili” per quanto riguarda la loro generale strategia.
“Le banche centrali hanno fornito un sostegno eccezionale in circostanze eccezionali”: ora “devono cercare e capire quali saranno le implicazioni delle loro azioni sui mercati finanziari in futuro. A meno che nuove regole e un ampliamento della supervisione al nuovo mondo dell’intermediazione finanziaria siano applicati, l’attivismo delle banche centrali rischia di alimentare nel lungo termine il moral hazard”.
Le banche centrali non possono salvare i governi: queste sono “chiamate a sostenere il funzionamento dei mercati in presenza di crisi di liquidità”, ma “non può essere chiesto loro di salvare” gli insolventi, siano questi istituzioni pubbliche o private.
Bini Smaghi ha poi sottolineato che “in linea con questo principio” il programma di acquisto di bond della Banca centrale europea “non punta a finanziare il debito pubblico ma a riparare l’integrità del sistema di trasmissione”.