Un sistema di controllo preventivo della Ue sulle manovre di bilancio e le riforme strutturali degli Stati membri. Lo propone la Commissione Ue – secondo quanto appreso dall’ANSA – che domani presenterà una comunicazione sulla riforma del Patto europeo di stabilità e di crescita e per il rafforzamento del coordinamento delle politiche economiche. L’obiettivo – spiega Bruxelles – è quello di individuare ‘ex-ante’ le incoerenze con gli orientamenti di politica economica e di bilancio dettati dalla Ue e gli elementi che rischiano di aumentare gli squilibri macroeconomici all’interno dell’Eurozona. Un esercizio che dovrebbe essere condotto durante il cosiddetto ‘semestre europeo’ al fine di tenerne conto nella predisposizione delle decisioni più importanti da prendere, a livello nazionale, in materia di bilancio. La stessa “ricetta” era stata auspicata anche dal governatore di Bankitalia, Mario Draghi, secondo cui è necessario che la Ue riveda il patto di stabilità e intervenga in maniera più attiva nel controllo dei bilanci pubblici dei singoli Stati.
La Commissione Ue si accinge a proporre anche che, per uno Stato con deficit eccessivo e con un debito pubblico sopra il 60% non basterà più riportare il disavanzo sotto la soglia del 3%. La chiusura della procedura Ue dipenderà anche dalla valutazione che la Commissione e il Consiglio Ue daranno sul piano di rientro del debito e sulla sua effettiva attuazione. Proposto anche un “deposito fruttifero” da costituire in caso di “politiche fiscali inadeguate” per rendere più stringente l’applicazione del Patto europeo di stabilità e di crescita nei confronti di Paesi che non ne rispettano i parametri. L’esecutivo europeo propone anche un utilizzo dei fondi strutturali e di coesione della Ue per sostenere gli sforzi dei Paesi impegnati nell’opera di risanamento delle proprie finanze pubbliche. Tra le ipotesi sul tappeto, anche la possibilità che sia l’Unione a indicare allo Stato membro come e dove spendere le risorse comunitarie.